Blues & Solidarietà! Il Baronissi Blues Festival sostiene il progetto “Siria, Ospedali Aperti”.People for Development
Blues & Solidarietà! Musica che è incontro di popoli, culture, dialogo, ma anche beneficenza. Come in tutte la attività intraprese dall’associazione culturale “Tutti Suonati“: i grandi concerti con star internazionali, l’intrattenimento e la cultura si fondono alla missione sociale che accompagna dalla sua fondazione il Baronissi Blues Festival. Per il quinto anno consecutivo si rinnova, infatti, la partnership con la Fondazione Avsi (www.avsi.org), onlus impegnata in progetti di cooperazione per promuovere la dignità della persona, con particolare attenzione all’educazione dei bambini. Dopo il “sostegno a distanza” a favore degli ospedali della Siria e dei bambini dei campi profughi, l’edizione 2019, in sinergia con Musicateneo e i volontari presenti sul territorio campano, sostiene ancora una volta il progetto “Ospedali Aperti in Siria” che, ad oggi, ha garantito cure mediche gratuite a più di 23.900 persone e punta a curarne circa 50.000 entro la fine del 2020.
“Sotto lo stesso cielo. Osiamo la solidarietà oltre i confini”, è il titolo della Campagna Tende 2018/19 di Avsi. “Siria tra luce e fango, in cui fondamentali sono gli ospedali: il fango è quello lasciato sui pavimenti del pronto soccorso dalle scarpe logore o dai piedi scalzi e anneriti di chi entra cercando aiuto; la luce è quella che passa dalle grandi finestre linde: andate in frantumi più volte per le bombe ma poi sempre sostituite. E pulite”.
Lo scopo è uno solo: offrire cure gratuite ai più poveri e ai più vulnerabili. Bombardati, danneggiati, ma sempre aperti e pronti a curare. La raccolta fondi intende potenziare tre ospedali non profit ad Aleppo e Damasco, per garantire cure mediche(diagnostica, terapie, interventi chirurgici).
Poche gocce nell’oceano, verrebbe da dire, guardando la drammatica situazione sanitaria della Siria, dove a causa della guerra più della metà degli ospedali pubblici e dei centri di prima assistenza sono chiusi o parzialmente agibili e dove quasi due terzi del personale sanitario ha lasciato il Paese. Ma poi camminando nelle corsie di questi ospedali ci si accorge che non è così. Dei 141 ospedali e centri clinici attivi ad Aleppo prima della guerra ne sono rimasti funzionanti solo 44. I pazienti sono tanti e l’embargo Usa e Ue li costringe a lunghe attese per avere esami diagnostici. I nostri macchinari hanno bisogno di manutenzione e di pezzi di ricambio che non arrivano. Ma grazie al progetto del nunzio Zenari ora possiamo disporre di nuove apparecchiature, molte delle quali donate dalla Conferenza episcopale italiana. Cerchiamo di curare al meglio con ciò che abbiamo.
Spiega George Theodory, primario dell’ospedale St. Louis di Aleppo, come riporta il sito AVSI.
Il progetto – Come risposta concreta alla domanda di aiuto del popolo siriano, grazie all’iniziativa del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e all’appoggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stato ideato nel 2016 ed è divenuto operativo nel 2017 il progetto “Ospedali Aperti”. L’obiettivo principale è quello di assicurare l’accesso gratuito alle cure mediche ai siriani poveri, attraverso il potenziamento di tre ospedali non profit: l’Ospedale Italiano e l’Ospedale Francese a Damasco, e l’Ospedale St. Louis ad Aleppo.
Attività – Cure mediche gratuite e di qualità a chi non può permettersele (diagnostica, terapie, interventi chirurgici)