Dal 21 settembre al 21 giugno al Museo di Capodimonte un’itinerario lungo 19 sale, 1.000 oggetti, con 600 porcellane esposte, 150 manichini in costumi, uccelli impagliati, pietre vesuviane, Pulcinella e figure storiche per l’esposizione curata da Sylvain Bellenger e allestita da Hubert le Gall. Progetto in collaborazione con il San Carlo
Napoli, la musica, il Vesuvio, le porcellane. L’anima del Grand Tour e l’importante stagione del Settecento napoletano, con la caduta e il ritorno dei Borbone, l’età napoleonica, fino al tramonto della lunga storia di Napoli capitale. Sylvain Bellenger punta sull’indiscussa grandezza della storia della città e del Mezzogiorno e si affida, per il walzer d’addio del suo primo mandato da direttore del Museo di Capodimonte, iniziato nel 2015, al fascino della mostra “Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica”. Il tutto nell’attesa che si concluda l’iter per un secondo mandato, che durerebbe fino al 2023.
Un sogno a mostra aperta, verrebbe quasi da dire. O, per dirla alla Bellenger, che ne è il curatore, “allestita come un opera musicale, che immagina una favola, l’incontro dei personaggi di finzione del teatro San Carlo che vogliono incontrare la storia vera e scappano a Capodimonte”. Si comincia il 21 settembre, durata di nove mesi, fino al 21 giugno 2020: la mostra è figlia della collaborazione con il Teatro di San Carlo, e con produzione, organizzazione e catalogo di Electa. Sarà fruibile tutti i giorni dalle 8,30 alle 19,30 (mercoledì chiuso, biglietto intero 14 euro, ridotto per chi ha 18-25 anni a 8 euro).
L’itinerario si articolerà lungo 19 sale, 1.000 oggetti, con 600 porcellane esposte, 150 manichini in costumi, uccelli impagliati, pietre vesuviane, Pulcinella e figure storiche a caratterizzare l’Appartamento reale.
“È un incontro con la Napoli dell’Illuminismo – sottolinea il direttore Bellenger – tra porcellane, musica, scienza, caricature e poesia. La mostra si visiterà immersi nella musica, dotati di cuffie, e ogni sala avrà un suo repertorio collegato al tema. Terzo atto d’una trilogia iniziata con “Carta Bianca” e proseguita con “Depositi”, l’esposizione “Napoli, Napoli” continua la nostra ricerca sulla scrittura della storia e sul ruolo del museo nel racconto ufficiale della storia. Ci sono tante storie ancora da raccontare. Morale di questa mostra? Ne vedo due: primo, la storia non è proprietà di nessuno; secondo, la storia è sempre una finzione. “Napoli, Napoli” è una festa culturale immaginata con il teatro San Carlo. E, si sa, a Napoli la festa è cultura, economia, in sintesi qui è una propria visione del mondo”.

La scenografia della rassegna è a cura dell’artista e designer Hubert le Gall, celebre curatore, e deve la sua ispirazione a un’opera musicale. L’allestimento narra una favola, ovvero quella della storia di Napoli capitale del regno nel corso del Settecento e oltre, da Carlo a Ferdinando II. Sarà un continuo avvicendarsi di scene della vita quotidiana riprodotte con assoluta raffinatezza estetica e gioia esistenziale: sullo sfondo si potranno scorgere i passaggi del potere, i cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici. l visitatori – garantiscono al Museo di Capodimonte – potranno viaggiare in un mondo incantato e, grazie all’uso di cuffie dinamiche, potranno ascoltare le melodie (da Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolo Jommelli) selezionate da Elsa Evangelista, a ogni sala tematica corrisponderà una musica.
La prima sarà la sala della musica sacra (con Pergolesi e lo Stabat Mater), a seguire l’omaggio a Napoli capitale della musica con strumenti musicali provenienti dal Conservatorio di San Pietro a Majella. Poi si passerà al Grand Tour e alle scoperte archeologiche delle antiche città vesuviane con un focus sull’Egittomania, figlia delle campagne napoleoniche. E ancora, una sala riservata agli animali imbalsamati dal Museo zoologico della Federico II. Infine largo alle porcellane, a Pulcinella, ai giochi più in voga a Napoli, alla moda e alle feste popolari. A concludere il cammino, un videomapping di Stefano Gargiulo su 4 grandi monitor con scene di opere dall’archivio storico del San Carlo, numerose allestite sotto la direzione artistica di Roberto De Simone.