L’editoria e il Mezzogiorno, libri, pandemia e rilancio: ne abbiamo parlato con lo scrittore ed editor Gianluca Calvino
Abbiamo intervistato Gianluca Calvino, editor, docente di scrittura creativa e scrittore napoletano. È stata l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato attuale dell’editoria nel Mezzogiorno, su quanto e come la Pandemia abbia influito su questo settore e sulle prospettive e gli scenari che si apriranno nei mesi a venire, ma si è parlato anche e nel concreto di libri, scrittura e lettura. Ecco a voi.
Gianluca, vorrei partire diretto e andare al nocciolo della questione:il Mezzogiorno e l’editoria, un connubio che fatica a emergere, tu che sei figlio di entrambi, cosa puoi raccontarci in merito? Cosa c’è di vero e cosa è cambiato? Dove siamo diretti?
Partirei dalla fine. Dove siamo diretti? È un interrogativo che potrebbe essere esteso a tutti gli ambiti professionali, considerando il periodo assurdo che ci troviamo a vivere da un anno, ormai.
Di certo l’editoria ha risentito tantissimo del dramma Covid-19; tuttavia, a quanto ne so le statistiche di vendite di libri in alcuni casi hanno conosciuto un segno positivo. Stando tanto tempo a casa, leggere è sicuramente una delle occupazioni che possono aiutare a far passare il tempo…
Il sud fatica a emergere perché si osa poco. La maggior parte degli editori meridionali punta a sopravvivere (e come dargli torto?), ma l’idea di rischiare per provare a diventare più grandi tende a spaventare.
Ultimamente una nuova luce è stata accesa dall’esperienza di Marotta & Cafiero, che si sta lanciando, con investimenti non indifferenti, sul grande mercato, pubblicando autori del calibro di Stephen King o Pennac.
E per fortuna esistono comunque, dalle nostre parti, molte realtà virtuose – per capirci, quelle che non pubblicano a pagamento ma investono di tasca propria e prendendosi tutti i rischi del caso – che portano avanti in maniera più che onorevole il vessillo dell’editoria campana e meridionale.
Mi sembra di capire che una luce ci sia e che alle volte osare possa portare a dei risultati. E allora il rimando mi viene naturale. Librincircolo: corsi di Editoria – organizzatore di “Ricomincio dai Libri” (Fiera del Libro) – Service Editoriale “Talento Letterario”. Eccola lì, un’associazione che vuole subito smentire la mia precedente domanda, o quanto meno invitare a una riflessione più attenta e a essere più ottimisti. Dal 2005 a oggi di strada ne avete percorsa, e allora ti chiedo, perché nasce, come cresce, oggi cosa rappresenti per il territorio e per voi, suoi demiurghi, questo “circolo libresco”.
L’associazione Librincircolo, che mi onoro di presiedere, ha compiuto ormai i sedici anni di vita. Ma ciò che rende questo “circolo” qualcosa di vivo e vitale è la tendenza alla continua rigenerazione.
Proprio quest’anno, ad esempio, abbiamo lanciato il nuovo sito www.librincircolo.com con contenuti più interattivi e contributi professionali, soprattutto all’interno della sezione “I mestieri dell’editoria”, una vetrina affidata agli addetti ai lavori del settore che aprono squarci sui segreti del lavoro editoriale e sulle problematiche ad esso connesse, spesso sconosciute ai lettori.
Cosa rappresenta Librincircolo oggi? Credo – e spero – un luogo d’incontro di persone e idee, un cantiere sempre aperto per chi ha voglia di proporre attività da portare avanti insieme. Il tutto sempre per il bene del libro e della letteratura, in generale.
Attività per il bene del libro e della letteratura, sono parole che trovano concretezza in alcuni eventi di incredibile successo. Ho avuto la possibilità di prender parte a uno di questi appuntamenti a parer mio straordinario, BookMob, ideato proprio da Librincircolo. Caspita, cultura e libri realmente in circolo, ritengo sia una iniziativa geniale e originale, formante e, perché no, socialmente utile. Rigenerare e dar vita a libri che par alcuni potrebbero aver detto tutto e ad altri potrebbero svelare e aprire prospettive mai prese in considerazione. Puoi raccontarci la parabola di quest’idea vincente?
Il BookMob è nato da una brillantissima idea di Rita Raimondo. Pensò lei a quel grande cerchio che avremmo potuto realizzare in piazza per scambiare concretamente libri bellissimi o bruttissimi, che avremmo voluto condividere con altri o ai quali avremmo voluto dare una seconda chance.
L’evento è partito con poche decine di partecipanti, ma nel tempo è cresciuto tantissimo, fino a raggiungere i 500 partecipanti (siamo riusciti a riempire piazza Dante a Napoli e piazza Navona a Roma!).
Ovviamente a causa della maledetta pandemia sono molti mesi che non possiamo proporre il nostro evento simbolo, ma appena sarà possibile torneremo in piazza coi libri in mano.
Non vediamo l’ora!
“Ricomincio dai libri”, quasi un motto da spararsi a palla nella testa di buon mattino e la sera prima di andare a dormire, certo i libri, quelli buoni però, ma la scelta, lo si sa, è affidata allo spirito soggettivo (e alla coscienza) di ciascuno. Gianluca, sappiamo che la Pandemia ha messo il lucchetto anche a questa importante iniziativa letteraria, libraia, culturale, umana. Sono tante le manifestazioni ad aver pagato a caro prezzo questa crisi. Voi come avete affrontato la crisi? Quando si ricomincerà dai libri e quando torneremo a darci appuntamento a RdL?
Il collettivo di Ricomincio dai Libri è un’accolita di menti geniali, ma per fronteggiare l’emergenza Covid non eravamo attrezzati, così come tutti gli altri addetti ai lavori del settore editoriale. Tante fiere sono saltate, comprese quelle più importanti a livello nazionale e internazionale.
Noi abbiamo proposto, per non perdere il contatto coi lettori e per dare un segnale di speranza, una serie di incontri video con autori di grande livello, e siamo riusciti a coinvolgere migliaia di utenti in astinenza da libri e fiere.
Adesso siamo al lavoro per la nuova edizione di RdL, sempre con la partnership d’eccellenza di Lorenzo Marone, il nostro direttore artistico, in attesa però di sapere se sarà possibile realizzare un evento dal vivo o dovremo riproporre formule ibride o del tutto virtuali.
Ma ci siamo e ci saremo. Questo è poco ma sicuro.
Passiamo ora nello specifico della scrittura e della lettura. Ma a sud di Roma, si scrive o si legge di più, quale la tua percezione? La pandemia ha incrementato o abbattuto questi numeri?
Sicuramente si scrive di più, ma questo è un problema italiano, non solo meridionale. C’è di buono che noi al sud abbiamo alcuni tra gli scrittori più letti e venduti al mondo. E non mi pare roba da poco.
Quanto ai numeri, come ho già detto sono stati piuttosto clementi, in epoca pandemica.
Un’altra parentesi sulla crisi attuale è d’obbligo. Come hai vissuto questo lungo anno? Che peso ha avuto sul tuo lavoro e sulla tua scrittura? La pandemia rappresenta una pietra tombale o un’occasione di rilancio per il settore?
L’anno è stato lungo e a tratti noioso, questo è innegabile. Però ho provato a metterlo a frutto nei modi migliori possibili: ho rilanciato una serie di attività online, a partire dai corsi di scrittura e di editoria, e sono riuscito anche a partorire un nuovo racconto, “Batman e Bomber”, che il mio editore, Homo Scrivens, ha distribuito gratuitamente proprio per agevolare i lettori stressati dal lockdown.
Il settore dovrà necessariamente provare un rilancio, e credo che appena ci sarà il “liberi tutti” assisteremo a un frenetico pullulare di eventi, presentazioni, pubblicazioni, incontri con autori e chi più ne ha più ne metta.
Editor, Prof., ma anche e soprattutto Scrittore, ho avuto la fortuna di leggere le tue opere, quando l’epifania letteraria? Quanto sei legato alle tue creazioni?
Il “travaglio” che mi ha portato a scrivere il primo romanzo, Colpa di chi muore è durato molti anni. Forse sono riuscito a vincere le ritrosie che, in quanto editor, mi portavano ad autocensurarmi di frequente quando ho deciso che con la scrittura avrei dovuto innanzitutto divertirmi. Ed è quello che ho fatto.
Il motivo per cui voglio bene alle mie “creature” è proprio questo: mi diverte scrivere di loro, farle muovere, parlare, pensare e spero che i lettori possano empatizzare con questi strani tizi partoriti dalla mia fantasia.
Napoli, una cornice ideale per ogni forma d’arte, quanto è importante per le tue opere?
Napoli non è una protagonista della mia scrittura; è una scelta che ho operato fin dall’inizio anche per evitare di collocarmi nell’ampio – e fortunatissimo – filone narrativo che vede nella mia città una location assai presente. Però gli scrittori napoletani si portano Napoli dietro anche quando non ne parlano esplicitamente: Napoli è ironia, tragedia, umanità e bellezza, e un romanzo che non possieda questi elementi non è degno di essere chiamato romanzo, a mio avviso.
Il commissario Marcello Orlando, un personaggio a mio dire iconico e quanto mai attuale, ed Egidio Conti, il suo vice, «sontuoso scassapalle», quale potrebbe essere la posizione dei tuoi personaggi riguardo gli eventi che a nostro malgrado hanno segnato questi interminabili mesi di rabbia e spaesamento?
Di certo Orlando riserverebbe al Covid (ma anche ai numerosi protagonisti di questo periodo, da quelli politici alla pletora di virologi da salotto televisivo) una fitta e colorita serie di improperi. E magari Egidio Conti, nel suo ruolo di rompiscatole, starebbe a riprenderlo di continuo riportandolo al contegno più adeguato alla carica di commissario. Me li immagino così, quei due. E pensarci mi diverte, lo confesso.
Infine, ti chiedo un libro, un film e un luogo, capaci di sintetizzare il tuo ideale e la tua esperienza di scrittura e di lettura.
Domanda complicatissima. Proviamo a rispondere.
Il libro: Il mio nome è rosso di Orhan Pamuk, per la gestione magistrale della pluralità dei punti di vista.
Il film: No grazie, il caffè mi rende nervoso, un mix di ironia e no sense che a tratti inserisco nei miei libri.
Il luogo: la cucina di casa mia, l’unico posto in cui riesco a trovare la concentrazione per scrivere.
Gianluca ti ringrazio a nome mio e di tutta la redazione di Terre di Campania per questa chiacchierata ricca di spunti ma anche di tanta fiducia per quelli che saranno i mesi a venire. Che questo nostro confronto possa essere la premessa a una ripresa delle attività di un settore direi determinante per ogni società che voglia fare della cultura suo perno fondante. Persone e professionisti come te esemplificano la risposta vivente che di fronte a un mondo che pare remarci contro tutto è possibile, la volontà, la cultura, il coraggio e il circondarsi di persone con questi stessi ideali e con questo stesso coraggio, permettono il raggiungimento di traguardi altrimenti impensabili e consentono così di non porsi limiti, ponendosi sempre nuovi traguardi. Persone e realtà del genere donano fiducia e coraggio all’ambiente circostante, al territorio, e, perché no, anche a un sognatore come il sottoscritto. Grazie di cuore Gianluca, avanti tutta.