Venerdì 1 marzo 2019, al Teatro La giostra di Napoli, Ecce Virgo testo e regia di Angela Di Maso. I protagonisti, solitamente straordinari interpreti del bel canto, abbandonano, qui, la melodia del suono per divenire dissonanza, intrisa d’intimistico silenzio
Saranno gli spazi del multidisciplinare Teatro La giostra di Napoli a ospitare, venerdì 1 marzo 2019 alle ore 20.30 (in replica fino a domenica 3) lo spettacolo Ecce Virgo, storia di una monaca di clausura, scritto e diretto da Angela Di Maso (Premio Franco Enriquez per la migliore drammaturgia italiana), che vedrà protagonisti in scena Gianni Lamagna e Francesca Rondinella.
Presentato da SoundFly Produzione, Ecce Virgo, testo vincitore del premio nazionale di drammaturgia “Fabrizio Romano”, narra di una monaca di clausura che ha una grave colpa da confessare e sente il bisogno di essere assolta.
Assoluzione che per lei non significa remissione o liberazione dal peccato commesso, come da precetto cristiano, ma comprensione, condivisione dello stesso, accettazione.
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Sa che un prete qualsiasi non la assolverebbe mai per la gravità delle sue azioni, che vanno ben oltre l’impudicizia, ma l’allontanerebbe immediatamente dall’Ordine di appartenenza: da fuori dal mondo, per chi vive protetto dalle mura conventuali, ritornerebbe così fuori nel mondo.
Paradossalmente, la libertà è proprio la condizione che più spaventa la donna, e l’unico modo per ottenere la remissione dei suoi peccati è l’essere ascoltata da chi è come lei. Se non lei stessa. Se non lui stesso.
Il disvelamento mette a nudo le coscienze e il loro peso, insopportabile da reggere nella solitudine di vite deprivate del necessario amore.
“In una costruzione minimalista, atonale, matematica, geometrica, unisona, d’immobilità in cui il teatro è parola – sottolinea Angela Di Maso – la regia è a specchio. I protagonisti, Lamagna e Rondinella, meglio noti e conosciuti a livello nazionale per essere straordinari interpreti del bel canto, abbandonano la melodia del suono per diventare dissonanza intrisa d’intimistico silenzio”.
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A metà tra gli incubi prodotti dalla coscienza e l’amara realtà in cui i due consacrati sopravvivono da morti, comincia il racconto di una parte della storia della chiesa, che mai è rimasto confinato alla sola fantasia.
E’ perversa fantasia, racconto ordinario, ma proprio in quest’ordinarietà risiede un male che, dalla notte dei tempi, è ancora di grande attualità, denuncia, scandalosa vergogna. Le torbide confessioni dei due consacrati sono però anche pretesto per indagare altro e oltre: le conseguenze del non amore.
Lo spettacolo si avvale dei costumi a cura di Francesca Loreto, il disegno luci di Cinzia Annunziata, gli elementi scenici di Armando Aloisi, la musica di Angela Di Maso e Arvo Pärt, il trucco di Silvia Manco.