Eduardo De Felice riparte in questo 2022 prendendo una saggia decisione: guardare al passato, dare lustro e nuova vita al suo primo lavoro artistico. Perché se riparti dal punto in cui hai cominciato tutto, lo slancio è senza dubbio maggiore.

Di Eduardo De Felice e della sua musica appassionante abbiamo già avuto modo di parlare in occasione della pubblicazione del suo secondo disco, che fu Ordine e Disordine. Il suo operato artistico, oggi, ci porta a parlare nuovamente di lui, ripartendo però dai suoi inizi. Il 18 maggio 2022 è stato infatti il giorno di pubblicazione della versione remastered del suo primo album È così, che si rifà il look attraverso un lavoro di rimasterizzazione, a cura di Giovanni Roma, e di re-mixaggio, ad opera del tecnico del suono Giuseppe Innaro, con cui De Felice ha già stabilito una profonda intesa artistica nel 2019, durante le fasi di registrazione, appunto, di Ordine e Disordine.

L’idea di ripartire dal primo step, di fatto ripubblicando il primo album (seppur con un sound nuovo e rinfrescato), trova una sua forza d’essere nel momento in cui l’artista campano ha pensato di re-inventare il proprio profilo su Spotify, superando prima una fase un po’ più brusca ove tutti i contenuti sono stati eliminati dalla piattaforma (per volontà dello stesso De Felice), per poi decidere di riproporre nuovamente per lo streaming i suoi due lavori, È così e Ordine e Disordine.

Inoltre, per l’occasione, si è pensato di presentare l’album attraverso la pubblicazione di un singolo (con annesso videoclip): Non ci sarò.

Il brano, come d’altronde chi conosceva già la musica di De Felice potrà riconfermare, è sintesi massima del suo lavoro di cantautorato: un testo ricco, riflessivo, forse solo meno imaginifico rispetto a quanto io, personalmente, non ricordi nelle liriche di un più maturo Ordine e Disordine. La musica fortemente ritmata, dove la batteria coglie subito le attenzioni di quel nostro piede destro sempre battente, mentre sotto – tra i tanti pezzi che compongono il puzzle – si fa insidiosa una chitarra elettrica che si affianca, in alcune fasi, anche ad una strumentazione prettamente elettronica. Il tutto posto nella suggestiva cornice delle immagini del videoclip, curato da Massimo Sarnataro, che ci mostra una Napoli ricca di colore e che sembra fuggire veloce dai nostri occhi, come veloci sono i colpi di rullante che De Felice ha pensato di mettere lì per noi.

Non volendomi dilungare troppo nelle descrizioni, tanto del singolo quanto dell’album intero, rifletto sul concetto stesso di riscoperta, che in questo caso davvero si allinea all’idea non solo di ripartenza, ma anche di assestamento, per poggiare saldamente i piedi a terra e concedere loro di usare tutta la forza necessaria per il prossimo slancio. Tra l’altro, aggiungo anche con estrema sincerità che in primis per il sottoscritto la rimasterizzazione di È così è stata un motivo di scoperta dell’album, e il risultato è stata una mezz’ora di musica trascinante, spesse volte avvolgente e, in generale, sempre inspirata. Mai come in questa occasione, dunque, mi sento coinvolto come ascoltatore, come usufruitore, come pubblico. È nel racchiudermi in ognuna di queste tre figure, che finisco per avvalorare ancor più il mio suggerimento: vale eccome la pena di prestare (o RIprestare) orecchio alla musica di Eduardo De Felice, e ha un senso profondo dargli ascolto sin da quei primi passi, ora quasi nuovi.

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