Ancora un successo strepitoso di pubblico per la rassegna jazz al centro storico alla sala UnderNaTh di Napoli. Franco De Crescenzo 4tet in omaggio a Thelonious Monk

La passione per la musica, per l’arte, per la bellezza in generale non può essere fermata da niente o da nessuno e anche un momento critico come quello che stiamo vivendo in Italia e non solo, e nonostante l’allarmismo che in queste ultime settimane ha bloccato numerosi concerti, spettacoli teatrali e musicali, provocando una fortissima crisi in un settore come quello dello spettacolo che già ha diversi problemi al suo interno. E il mondo del jazz non è da meno, molti locali anche importanti a livello nazionale come il Blue Note di Milano, Cantine Bentivoglio e il Camera Jazz di Bologna solo per citarne alcuni, hanno sospeso la loro programmazione musicale in attesa che tale emergenza rientri e che le persone possano avere meno paura di questo nuovo virus e desiderio di uscire da questo “isolamento forzato” nel quale, anche in zone non considerate a rischio come la nostra città, molti si sono rinchiusi.

Una scelta coraggiosa quindi quella dei fondatori dell’Associazione Jam JazzArt Music che hanno voluto confermare la data del concerto e sono stati premiati, al di là di ogni rosea previsione, con un’affluenza di pubblico che ha superato anche tutti gli altri concerti di febbraio già svoltasi nella sala dell’UnderNaTh che sta ospitando dai primi di febbraio la rassegna jazz in corso.

Anticipato da una bellissima presentazione di Vincenzo De Falco sulla necessità di poter credere che la musica ci possa salvare da questa ingiustificata paura che sta bloccando ogni attività culturale del Paese, ed affidarsi a questa nuova energia che sta coinvolgendo l’intera città di Napoli, suscitata proprio dal desiderio dei musicisti che fanno parte dell’Associazione Jam JazzArt Music di poter creare una sorta di “energia musicale” e di mettere insieme talenti indiscutibili del jazz partenopeo ad altri musicisti di altissimo livello che meritano gli giusti spazi per poter avere la possibilità di poter presentare al pubblico i loro progetti e soprattutto il loro talento.

Venerdì sera è stato quindi emozionante vedere quante persone hanno accolto tale invito della Jam Jazz Art Music, costringendo anche gli organizzatori a dover riorganizzare i posti in sala fino a dover rinunciare ad alcuni ingressi che avrebbero superato di gran lunga la capienza della sala stessa, per il concerto previsto per l’ultimo venerdì del mese di febbraio con il Franco de Crescenzo 4tet con Franco De Crescenzo al piano, Aldo Farias alla chitarra, Gianluigi Goglia al basso elettrico e Stefano Tatafiore alla batteria , in una sorta di omaggio alla musica indimenticabile di uno dei miti assoluti della musica jazz mondiale: Theloniuos Monk.

La sala di UnderNaTh è stata riempita, sin dai primi minuti del concerto stesso, da una musica che è stata pura emozione e ancora più emozionante il fatto stesso che finalmente si può ascoltare un concerto jazz in un’atmosfera di puro ascolto, senza nessuna distrazione come purtroppo spesso il pubblico è costretto a sottostare.

Franco De Crescenzo è stato uno dei primi musicisti a rendersi conto che la canzone classica napoletana poteva aver dei punti in comune con la musica afroamericana.

Nei primi anni ’70 ha fondato un gruppo musicale che improvvisava sui temi classici napoletani, formando poi successivamente un trio con Umberto Guarino e Rino Zurzolo che poi diventerà il contrabbassista di Pino Daniele, con il quali mise appunto in scena la musica napoletana riadattando la struttura armonica dei brani adattandoli ad un linguaggio jazzistico.

Successivamente con Aldo Farias ha costituito il quartetto “Jazz Mediterranee” che tendeva chiaramente alla realizzazione di una sintesi tra la musica mediterranea e quella afroamericana con brani originali.

Il concerto di venerdì sera è stato tutto dedicato alla musica particolare nella sua straordinarietà e modernità come quella di Thelonious Monk del quale lo stesso pianista partenopeo è profondamente innamorato sul piano artistico/musicale. La passione che nutre per questo tipo di musica la si avverte più volte durante la serata per l’intensità e la struggente emozione che lui stesso prova e infonde nella sua musica, testimoniata dal fatto che in molti passaggi musicali lui stesso sembra completamente rapito, ad occhi chiusi, a seguirne accordi e melodia con assoli che riscuotono lunghissimi applausi da parte del pubblico anch’esso totalmente rapito dai brani presentati durante il concerto stesso.

Il brano di apertura del concerto “In walked bud” , dedicato al suo fraterno amico anch ‘egli pianista Bud Powell, seguito dal brano “Well You Needn’t “ e dal terzo brano “Ruby my dear” propsoto in tempo ¾ dal sapore estremamente romantico.

Poi “Rhythm a Ning” un “rhyhm changes” con degli interventi solistici a velocità sostenuta da tutti gli strumenti fino ad un strepitoso “assolo” di batteria di Stefano Tatafiore, seguito da un momento molto intenso creato dalla voce superba di William Henderson, cantante statunitense, ospite graditissimo della serata che ha incantato il pubblico con le note di “Around Midnight”.

Il talento dei musicisti del quartetto si è espresso ancora una volta con il brano “Eronel” altro pezzo veloce dove si sono susseguiti vari “assolo” dei musicisti, seguiti da “Ask me now” e da “I Mean You”.

il momento più emozionante della serata si è raggiunto con l’interpretazione di “Pannonica” uno dei brani più raffinati e interessanti di Monk che Franco De Crescenzo ha preferito suonare in forma di piano solo che il pubblico ha molto apprezzato restando incantato ad ascoltare nel più assoluto silenzio.

Ma il pubblico sempre più entusiasta ha ancora voglia di ascoltare questa musica strepitosa ed è stato accontentato con un assoluto capolavoro di Monk “Ugly Beauty” accolto da un lunghissimo applauso da parte di un pubblico visibilmente soddisfatto e felice di aver trovato finalmente il giusto spazio per potersi godere la musica e le emozioni che solo il jazz riesce a dare.

La rassegna ha avuto talmente tanto successo che non può certamente concludersi con i concerti già realizzati. Ed infatti sono stati annunciati i prossimi concerti:

Venerdì 13 marzo Emilia Zamuner duo: Emilia Zamuner voce Bruno Tescione chitarra;

Sabato 21 Pasquale Bardaro Quartet: Pasquale Bardaro vibrafono, Giulio Martino sax tenore e soprano Gianluigi Goglia basso, Giuseppe La Pusata batteria;

Venerdì 27 William Henderson “Body and soul“: William Henderson voce Franco De Crescenzo piano Gianfranco Coppola contrabbasso Stefano Tatafiore batteria

Per informazioni e prenotazioni (i posti sono limitati e pertanto si consiglia la prenotazione): cell. 338 7468449 – jazzeggiando1@gmail.com   

 

 

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