Laura Cannavacciuolo e Guido Cappelli per “Napoli città libro”: Rotta su Napoli

Sabato 6 aprile 2019 presso il Castel Sant’Elmo di Napoli si è tenuto un incontro con 2 professori di letteratura dell’università di Napoli “L’orientale”, Laura Cannavacciuolo e Guido Cappelli , in occasione del salone del libro e dell’editoria “Napoli città libro”

All’ interno della sezione “Rotta su Napoli” i due, presentati da Alessandro Polidoro Editore, hanno tracciato un excursus storico del romanzo napoletano, in particolare quello della generazione di scrittori ritenuti degli “anni difficili”.

Autori, quali Ottieri, C. Bernari, L.Compagnone, D. Rea ed altri, stravolgono l’immagine della città, facendo emergere caratteri della città in seguito alle grandi trasformazioni urbanistiche. Ciò che vuole esaltare Cannavacciuolo nella sua opera “Napoli boom”, è proprio il rapporto che tali scrittori hanno con la città partenopea, ossia un racconto lontano dai soliti schemi e preconcetti, affinché si possa riflettere sulla storia e sulla contemporaneità.

Per il professore Cappelli “Napoli è uno spazio parlante”, in altre parole Napoli ha un perfetto spazio letterario negli anni dello Boom economico, anche se già Matilde Serao nell’800 fa una denuncia urbana della città.

Negli anni ’50- ’60 del XX secolo lo scrittore si rende conto della necessità di doversi confrontare con il passato, in quanto il suo presente si fonda su ieri e il suo domani necessariamente ne risulta influenzato.

La Cannavacciuolo afferma che questo libro si basa sull’idea di mettere al centro lo spazio, piuttosto che l’individualità del personaggio. Potremmo dunque includere la città partenopea nella definizione di “Città eccentrica”, in quanto la natura sopraffa l’uomo( basti pensare al miracolo economico italiano).

Nel libro vengono citati figure fondamentali, come ad esempio Patroni Griffi, autore di “Scende giù per Toledo” oppure “Le notti di Glasgow” di Compagnone. Entrambi descrivono per la prima volta la periferia napoletana, ad esempio Compagnone la paragona ad un lager.

Un altro tema fondamentale è la metafora della foresta vergine, quando si narra dell’inglobalizzazione di Palazzo Donn’Anna ad opera di Palazzo Medina a causa del bradisismo. Si tratta di una chiara allegoria di una città che tende a sprofondare.

Alessandro Polidoro editore è una casa editrice indipendente che si dedica a proporre la sua idea di letteratura contemporanea.Il suo obiettivo è dare risalto ad autori italiani esordienti e non, ricercando sempre voci originali. All’interno del catalogo opere di fiction e non-fiction dialogano in modo fluido. Con al suo centro un occhio costantemente puntato sulla contemporaneità nella scrittura e nelle nostre vite. Il programma editoriale è inteso come un percorso unico su tematiche di varia natura. Sempre disponibile a nuove collaborazioni e investimenti, ha deciso di aprirsi alla letteratura internazionale, attraverso la ripubblicazione di classici inediti sempre in linea con le proprie idee. Sta lavorando per portare nel suo catalogo autori contemporanei stranieri.

Il romanzo solitamente è privo di metafore perché cerca semplicemente di comunicare i fatti – interviene Guido Cappelli – quello di Laura invece ne è ricco, in quanto cerca di spiegarci le contraddizioni di un romanzo parlante, liberandosi della narrazione ufficiale.

 Qual è dunque il taglio che si vuole dare nella descrizione di Napoli? Non ci resta che leggere quel che sembrerebbe già un indiscusso capolavoro letterario. 

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