Conferenza stampa e cena concerto al Teatro Summarte di Somma Vesuviana per la presentazione del nuovo progetto di Leonardo De Lorenzo “On Five”
Sabato 27 novembre doppio appuntamento con la musica di altissimo livello al Teatro Summarte di Somma Vesuviana. Protagonista assoluta la Musica certo ma anche un grandissimo musicista, finissimo compositore e anima sensibilissima sia come artista che come uomo Leonardo De Lorenzo che ha curato in prima persona tutti i vari passaggi del disco “On Five”, registrato insieme a Ciro Marone (sax alto), Ergio Valente (pianoforte), Giacinto Piracci (chitarra elettrica) e Vincenzo Lamagna (contrabbasso) dall’ideazione dei brani, alla registrazione in una modalità assolutamente originale con il pubblico presente nello studio di registrazione, alla promozione del disco pubblicato da Alfa Music e distribuito da Egea con numerose interviste sia su web che in radio, fino alla conferenza stampa nel pomeriggio , organizzata insieme allo staff di Sound Contest media partner dell’evento con la presentazione e conduzione della conferenza dai giornalisti Angelo Sciaudone e Diego Andese , seguita da una cena concerto al Teatro stesso che ha avuto un notevole successo di pubblico e di critica.
La conferenza ha avuto inizio nel pomeriggio di fronte ad una platea di appassionati della musica, giornalisti, fotografi e due tra i più importanti organizzatori di concerti jazz della nostra città come Alberto Bruno e Ornella Falco dell’Associazione Live Tones, ed è stata introdotta e diretta da Angelo Sciaudone e Diego Andese che hanno seguito Leonardo De Lorenzo in tutte le fasi del progetto stesso e che hanno organizzato, con la presenza e la collaborazione dello stesso Direttore di Sound Contest Diego Librando, una diretta Facebook della conferenza stampa stessa che ha visto l’interesse anche di un numeroso pubblico online.
Durante tutta la conferenza, grazie alla presentazione e alle domande dei due giornalisti già citati alle quali lo stesso musicista ha risposto con grande dovizia di particolari, coinvolgendo il pubblico presente nelle emozioni che hanno suscitato il disco stesso mettendo in evidenza la sua profondità di animo e la sua sensibilità di musicista e di compositore che ha saputo ben riportare in questo disco che rappresenta un momento molto particolare per la sua vita di uomo e di artista.
L’album che hanno presentato è uno di quei sospesi nel 2020 che per fortuna per noi, giornalisti e appassionati di musica, ha finalmente trovato la sua realizzazione nel 2021 e possiamo dire, senza alcun’ombra di dubbio, che “On Five” è uno di quegli album che ci ricorda che il jazz e la musica in generale sono un patrimonio importantissimo da salvaguardare e da promuovere.
Già il titolo è assolutamente originale. Come ha raccontato lo stesso musicista in diverse interviste, il titolo ha preso forma da due elementi, sia dal detto anglosassone “to be on fire” che significa essere presi dall’entusiasmo per qualcosa, sia al fatto che il numero 5 ricorre spesso nella sua vita (questo anno ha festeggiato il suo 55esimo compleanno) e per questo ha voluto il termine” five” nel titolo di questa sua nuova “creatura” come lui stesso l’ha definita durante la conferenza stampa .
Il disco presenta 6 brani, frutto dell’influenza e del fascino che il mondo del Progressive, per la genialità del mondo musicale di Frank Zappa e per l amore per il jazz d’oltreoceano e soprattutto è frutto dell’enorme sinergia tra i membri della band verso i quali, come ha raccontato lo stesso Leonardo, nutre un profondo sentimento di amicizia e di profonda stima professionale, avendoli scelti uno ad uno non solo per le loro precarietà musicali e loro talento artistico ma anche per una profonda affinità elettiva che li ha visti protagonisti non solo di un disco davvero speciale ma anche di un concerto serale che ha affascinato il numeroso pubblico presente in sala.
«Da ragazzo ho iniziato ad ascoltare musica di alta qualità nell’ambito rock e progressive (ai miei tempi si chiamava “rock sinfonico”). Apprezzavo PFM, Genesis, Yes, Frank Zappa e tanti altri. Di questa musica che ho amato e amo ancora, conservo soprattutto l’idea strutturale, che a sua volta si rifà alla musica classica.
Le forme aperte, l’idea di una sorta di suite, cambi di scena sia ritmici che tematici, sono ormai alla base della mia musica. Questo mi permette di scrivere brani molto lunghi con una grande varietà di proposte tematiche, di sbizzarrirmi con arrangiamenti e soluzioni ritmiche di vario genere. È una forma di studio che ogni volta metto in atto con la scrittura. Più scrivo, più imparo a farlo, e questo mi diverte molto».
I brani del disco hanno tutti un loro stile particolare ma a mio avviso “Perdersi in un Quadro” e “Il filo rosso” sono la sintesi perfetta dello stile del quintetto e non è difficile scorgere influenze musicali che ricordano Pat Metheny o Chick Corea. Insomma, un disco che vale davvero la pena di acquistare ed ascoltare con tutta calma e con il desiderio di poter dedicare un momento di sé stessi alla musica e alle emozioni