Appuntamento a Tarsia in Napoli: quattro artisti si presentano in uno spazio tutto partenopeo in cui conviveranno piante e creatività fino al 31 agosto
In una fresca vegetazione, meeting di fiori e di piante, ecco immergersi le opere della mostra Supervulcanos il profumo e l’essenza dello spazio circostante fonde, in un alternarsi di richiami, gli osservatori e lo spazio osservato.
Gli artisti Andrea Kvas, Irina Lotarevich, Leena Lübbe e Anna Schachinger rivelano, anche per bocca dei testi di Francesca Blandino, il vigore di una natura dionisiaca, così viva, così distruttiva. È la narrazione di un vulcano, Stromboli, snodato all’interno di una, ricavata, scenografia nel ventre di Napoli, scavato nel tufo, materiale che deve i suoi natali alle eruzioni di un altro grande vulcano, il Vesuvio. Un incontro tra vulcani.
La terza collettiva dello spazio Tarsia ospita una platea di artisti, amanti d’arte, curiosi, ma soprattutto gli abitanti del quartiere Montesanto, che si recano quotidianamente nello spazio dei fratelli Molisso per comperare fiori e piante.
Tarsia. Un sito peculiare e stratificato, semplice ed eterogeneo specchio di quella realtà urbana che lo caratterizza. Lo spazio non profit aperto al pubblico nel novembre 2018 all’interno di un ipogeo che, oggi, è un esercizio addetto alla vendita di fiori e piante. Il concept di un’attività commerciale a vocazione creativa ed espositiva è di Antonio Della Corte, artista e medico chirurgo, che spiega in questi termini l’alba di tale nuova avventura: “I miei fruttivendoli sono due fratelli, Antonio e Ciro, due quarantacinquenni. Sono loro cliente da un paio di anni. Le mie soste per acquistare la frutta hanno cominciato man mano a diventare sempre più lunghe, e intrattenendomi sempre di più siamo diventati amici. Durante le feste comandate, come Natale e Pasqua, erano soliti mettersi sul marciapiede di fronte per vendere fiori o piante. Visto il successo di quelle vendite hanno deciso di prendere lo spazio di fronte per farne un negozio di piante. Me lo hanno comunicato e mostrato. Uno spazio bellissimo. Ho proposto loro di fare delle mostre di arte contemporanea. Si sono illuminati alla richiesta. Mi hanno fatto gestire la ristrutturazione dello spazio, che è stato un compromesso tra le scarse risorse, la necessità di ventilazione e di acqua per le piante e le mie richieste di illuminazione e di lasciare lo spazio quanto più asciutto possibile. Li aggiorno spesso sulle varie idee di progetti o mostre. Accettano senza riuscire a cogliere appieno le cose delle quali parlo loro. Si fidano, mi dicono “fai tu””.
Lo spazio rispetta gli orari dell’esercizio commerciale, aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20 tranne il giovedì pomeriggio e la domenica: una programmazione che vede il dialogare con il contesto sociale, culturale e artistico napoletano e italiano, e l’apertura a collaborazioni con artisti, curatori e realtà estere.
Antonio Della Corte, demiurgo di questo singolare progetto, è un artista che ha debuttato nel 2015 con una mostra collettiva a Copenaghen, allestita da Rendezvous Curators, seguita da mostre collettive presso la Benoni Gallery (2015) e la House of Art and Design di Holstebro (2017), Sort, Vienna (2018). Nel 2017, invece, era a Roma con un progetto personale presso Una Vetrina.
Spazio unico. Stando a Della Corte lo spazio di Tarsia, nella sua eccezionalità, sarebbe incentivo all’inventiva e alla creazione degli artisti: “Forse un po´ stanchi della neutralità a volte troppo rarefatta dei cubi bianchi, gli artisti reagiscono con grande entusiasmo a uno spazio così peculiare. Tarsia è un bellissimo sotterraneo, un incubatore di utopie pieno di piante e fiori. L’esatto opposto di un “white cube”. Con la sua specificità fisica e il fatto che sia allo stesso tempo spazio per l’arte e negozio di fiori, incuriosisce molto il pubblico, che visita con costanza quotidiana le mostre”.
Una filosofia, quella dietro la scelta degli artisti, ispirata dalla necessità di assegnare al programma espositivo una energica eterogeneità e una molteplicità di visioni e contenuti. Una scelta fondata su di una comunicazione e uno scambio relazionale piuttosto esteso e aperto, che germoglia in primo luogo nel quartiere Montesanto, area del centro storico di Napoli connotata da evidenti contrasti sociali. La suggestiva immagine di un abitante del posto che si rechi dal fioraio ritrovandosi inaspettatamente in un luogo di produzione artistica delinea un modello di inclusività e di invito alla partecipazione collettiva, un atto concreto che abbatte sbarramenti convenzionali tra “spazi comuni” e luoghi di cultura.
Tarsia, per di più, è la storia di un’inconsueta correlazione di intenti tra uomini in apparenza parecchio differenti per cultura e formazione, due commercianti di frutta e un artista che nella vita è anche chirurgo.
“Il dialogo con i fratelli Molisso” ‒ chiarisce Della Corte ‒ “è qualcosa che mi arricchisce molto e spero che lo stesso sia per loro. Avvertire il loro entusiasmo durante le inaugurazioni, la loro energia genuina, è un’esperienza speciale. Quando di tanto in tanto li accompagno, alle 4 del mattino, al mercato delle piante presso il quale si riforniscono, ribadisco loro quanto sia grato per questa preziosa opportunità. L’arte è di tutti e per tutti”. Conti alla mano, qui, i fatti parlano chiaro, dimostrazioni che trascendono da tutti i luoghi comuni.