Sotto la regia di Valeria Gaudieri, il videoclip di ‘Limone’ di Salas è un concentrato di emozioni in salsa vintage basato sulla semplicità di azioni eloquenti e chimica di sguardi.

Che per La Casa Nuova di Salas io abbia avuto un debole è cosa risaputa, e le parole che spesi per parlarvi di quel progetto (potete rileggerle a questo indirizzo: https://terredicampania.it/cultura/la-casa-nuova-e-la-nota-dintrospezione-di-salas/24/07/2020/) sono state sufficienti a comunicarvi tutto quanto c’era da dire sulla musica di Antonio Salas D’Angelo.

Si aggiunge però un ulteriore, interessante, tassello: il videoclip di uno dei singoli più riusciti di quell’album uscito quest’estate, Limone. Un videoclip che, ve lo diciamo da subito, porta a compimento in primis il compito (arduo senz’altro) di essere piena raffigurazione dell’emotività del giovane artista campano.

Il brano fa da sfondo a scene colorate, paesaggi suggestivi tra verde, mare, e ambienti urbani. Tutti luoghi diversi, e le sole tre costanti: la macchina, Lui e Lei. Non conosciamo i loro nomi, e non ci serve saperli. Stanno insieme, sappiamo questo, e tanto ci basta. Viaggiano, forse un po’ come vorremmo fare noi, si divertono, loro, come vorremmo noi. Vivono, loro, come vorremmo noi.

E che nelle coppie ci sono alti e bassi, sappiamo bene anche questo. Ce li hanno anche loro, Lui e Lei, e ne siamo partecipi. Il videoclip si impegna a raccontarceli, ma lascia sempre il posto da protagonista alla musica, che descrive in note e parole tutto quanto stiamo vedendo e forse anche più. Belle le immagini, suggestiva la color correction e il montaggio segue i ritmi scanditi dal brano che ondeggiano tra momenti rilassati e immagini – e note – più fugaci. Un plauso non può che andare ai due attori Vincenzo Castellone e Francesca Carmelo, in grado di saper rubare tutte le attenzioni lungo i sei minuti di video.

Concludendo, pongo un quesito e cerco di dare risposta: perché parlarvi proprio del videoclip di Limone? In tutta sincerità, mi sento di dare una sola risposta: per dare uno sguardo a quel che, come detto prima, ci manca, e credo non poco. Per rivalutare tutto, persino quei (si spera, momentanei) dolori di un viaggio fatto di alti e bassi, momenti di incontro e scontro che culminano in abbracci nervosi ma non per questo meno sinceri. Guardare come tutto questo appare dall’esterno, proprio nel momento in cui ci manca di più, è una buona occasione per usare un punto di vista diverso, per riscoprire oltre che ricordare malinconicamente.

Chiudo dicendo che sì, Salas è riuscito a sublimare uno dei suoi lavori migliori, tra i brani del suo EP d’esordio, con un ultimo tocco, decisivo, che acuisce il senso di completezza riguardo tutto il progetto de La Casa Nuova.

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