Savignano Irpino, uno degli ultimi comuni campani al confine con la Provincia di Foggia, inserito nel circuito dei “Borghi più Belli d’Italia” nel 2016
Il borgo di Savignano Irpino, al confine con la Provincia di Foggia, domina dall’alto tutta la Valle del Cervaro. Inserito nel circuito dei “Borghi più Belli d’Italia” nel 2016, nel territorio sono state riscontrate diverse testimonianze archeologiche risalenti all’era paleolitica e molte sono state le etnie che si sono succedute nella zona, tra cui gli Irpini di origine Sannita. Il “Castrum Sabinarum”, il Castello, fu eretto in epoca Normanna, per volere di un certo conte Gerardo: è a lui che si deve l’imponente opera di fortificazione che originariamente, dal picco roccioso chiamato “Tombola”, doveva estendersi fino alla Chiesa Madre, cingendo l’intero borgo. L’aspetto attuale della struttura è opera della famiglia Guevara, conti di Savignano, che nel Cinquecento la trasformò in dimora gentilizia. Il castello fu abitato fino alla fine dell’Ottocento per poi essere abbandonato e divenire rudere dopo il sisma del 1980. Un successivo intervento di restauro, iniziato negli anni ’90 del Novecento, ha reso la struttura nuovamente fruibile.
La Chiesa di San Nicola e Sant’Anna, la Chiesa Madre che originariamente doveva essere inglobata nelle mura del castello, come confermerebbe lo stemma di Savignano presente sul fronte centrale, conserva al suo interno un piccolo tesoro. La navata destra della chiesa, in uno spazio quasi a sé stante, ospita un battistero del XVII secolo e un portale in pietra scolpita del 1514 che reca su entrambi i lati lo stemma dei Guevara. Questa piccola cappella, in origine, sembra facesse parte della cappella del Castello. L’elemento più antico dell’edificio è il campanile, risalente al XII-XIV secolo: realizzato a forma di torre, dopo il sisma del 1938 venne ricostruito con una cupola piramidale. Il legame del borgo con il mondo ecclesiastico è stato sempre molto forte, al punto che nel 1727 l’Arcivescovo Orsini, in seguito Papa Benedetto XIII, fece dono alla comunità dei savignanesi di un ospedale denominato “Hospitius pro Peregrinis”, destinato ad accogliere malati e pellegrini. Attualmente l’Ospizio, divenuto poi Palazzo Orsini, è sede del Municipio.
In prossimità della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, su Corso Vittorio Emanuele, il corso principale, la Fontana Angelica è diventata uno dei simboli del borgo. Si tratta di una fontana monumentale in pietra locale, con tre cigni in ghisa dal cui becco sgorga l’acqua e deve il suo nome dal luogo dove nasce la sua sorgente, Monte Sant’Angelo. Un’iscrizione presente sulla facciata anteriore riporta il giorno in cui per la prima volta i cittadini di Savignano videro sgorgare l’acqua dalla fontana: il 1 luglio del 1912. Una data importante questa, visto che prima dell’arrivo dell’acquedotto la fontana rappresentava l’unico punto di raccolta dell’acqua. Oggi la Fontana Angelica ha funzione puramente ornamentale ma capita ancora di incontrare qualcuno che, carico di bottiglie, fa scorta d’acqua, fresca e buona come un tempo.
Uscendo dal centro abitato, diverse sono le possibilità di godersi un momento a contatto con la natura. Oltre al bosco comunale esteso per 12 ettari, infatti, in Contrada Liceti è presente una sorgente sulfurea fredda, la sorgente Rifieto e, più in basso, il lago Aguglia, un lago artificiale alimentato sia da questa stessa sorgente che da altre sorgenti d’acqua dolce. Un’area recintata intorno al lago è oggi scelta da molti per pic-nic o momenti di relax all’aria aperta. A Savignano Irpino è molto diffusa si ala produzione casearia che quella di insaccati, ma il territorio si caratterizza soprattutto per la produzione di Olio di Ravece, che qui a Savignano ha raggiunto l’eccellenza. E non poteva mancare di certo la pasta. Le orecchiette savignanesi, con la loro particolare fattura, sono diventate il fiore all’occhiello del borgo, al punto che da oltre quarant’anni vengono celebrate con una sagra che si svolge durante il mese di agosto, e che rappresenta il più longevo evento dell’Irpinia.
A Savignano Irpino sembra non mancare proprio nulla: arte, tradizioni, natura, buona cucina.
Un piccolo borgo assolutamente da scoprire.