Pubblicato il 17 Settembre 2021, Someday è il nuovo album di Valerio Bruner, giovane cantautore che ha fatto del rock la sua missione.

Someday, di Valerio Bruner: come descriverlo? Io partirei dicendo che c’è quel che conta: una buona realizzazione tecnica, qualche buon guizzo, tanta passione, che in certi generi è la prima cosa a dover essere trasmessa.

“Rock, rock e ancora rock”, questo sembrano urlare i cinque brani che compongono l’album di Bruner, prodotto dalla Volcano Record & Promotion e pubblicato il 17 Settembre 2021. Parliamo di circa una ventina di minuti, sufficientemente vari e che si caratterizzano, di brano in brano, con idee ben riconoscibili. L’idea alla base del progetto, alla base della scrittura di esso, sembra trasparire subito e il mood che ne viene fuori risulta immediatamente chiaro all’ascoltatore.

Someday, infatti, è un album da ascoltare in quei momenti in cui si è presi bene, magari durante un viaggio in auto o di sottofondo ad una serata piacevole in compagnia del proprio gruppo di amici. È un progetto che sa di Garage Rock, e che funziona nel suo lato intrattenente, pur non riuscendo (forse per sua stessa natura) ad essere emotivamente coinvolgente, poiché costruisce ottimamente le atmosfere ma all’atto pratico lascia poco a fine ascolto.

L’album scorre bene e con certi brani (alcuni più di altri) cattura completamente l’attenzione dell’ascoltatore, che resta rapito da un attacco niente male o da un’idea particolarmente fascinosa. In questo, per esempio, riescono splendidamente Mercy (Of Love and the Fear) e Rain Man, davvero molto suggestive e che, assieme a Sloppy Sue (ed al suo tono quasi da good old story da tavola calda americana anni ’50), costituiscono il meglio che l’album ha da offrire.

Someday, il brano omonimo, è sicuramente gradevole ma non particolarmente brillante, anche se va riconosciuta come azzeccata l’intuizione (molto fine a sé stessa, ad onor del vero, ma comunque apprezzabile) di quell’intermezzo dove dialogano benissimo percussioni ed archi. Male, invece, per l’apripista Forget About You, dove a far danni, sfortunatamente, è la voce di Bruner. Priva di qualsivoglia armonia, la voce riesce a far filare liscia la prima strofa, crollando a picco nel pre-chorus e andando piatta sul ritornello, dove si cerca di tappare i buchi delle carenze vocali con quelle “smascellate” da rocker anni ’70-’80 che vorrebbero enfatizzare l’interpretazione del testo ma che risultano, lì dove la voce non aiuta, soltanto un gran cliché. Di nuovo liscia la seconda strofa, non pervenuto il secondo pre-chorus che vorrebbe essere più energico ma si perde al 100%.

Fortuna vuole, come spero sia chiaro dalle mie parole sui brani precedenti, che la situazione legata alla voce di Bruner migliora sensibilmente negli altri pezzi, dove forse è il cantautore stesso a chiedere meno dalle proprie corde vocali, concentrandosi maggiormente sull’interpretazione dei testi e adattando di più la penna alla voce, con meno melodia e più ritmo incalzante.

Someday risulta, alla fine dei conti, un prodotto da cui prendersi esattamente quel che vuole dare: venti minuti di sincera spensieratezza, di adrenalina e di divertimento, dove si può scegliere di soprassedere a qualche defaillance e di concentrarsi sul gran trasporto che generano le musiche, ottimamente suonate e pienamente on point rispetto al genere a cui vogliono appartenere. Sicuramente Bruner stesso ha da staccarsi, forse anche solo minimamente, dai tratti caratteristici delle grandi leggende da cui sono certo tragga (a gran ragione) ispirazione, cercando di cadere meno nel cliché e focalizzandosi di più sui suoi propri e personali punti di forza. Insomma, il tempo e la maturazione faranno il loro lavoro, ma con Valerio Bruner senz’altro si parte da basi solide come rocce.

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