Tittipasticci presenta: Crocché di patate! Dalla Corte Angioina ai vicoli di Napoli.


La cultura partenopea è ricca di storia perché è influenzata dalle molteplici invasioni straniere. Nel periodo Angioino a Napoli sono stati costruiti importanti monumenti come la Chiesa di Santa Chiara, il Duomo, il Maschio Angioino, Castel Sant’Elmo e venne ingrandito e abbellito Castel dell’Ovo, tutt’ora visitabili. Nei 150 anni di Regno, gli Angioini portarono dalla Francia usi e costumi e molti piatti della tradizione, come le croquettes di patate.
A Napoli vengono anche chiamati panzarotti, per la forma panciuta, i crocchè dalla Corte Angioina, sono stati adattati ai gusti del popolo partenopeo e venduti dai “panzerottari” tra i vicoli del centro storico come cibo da strada. Noi oggi vi presentiamo la ricetta classica, ma possono essere arricchiti con salumi locali.


La ricetta: Crocchè di patate
1 Kg di patate
50 g di parmigiano grattugiato
50 g di pecorino grattugiato
Sale q.b.
Pepe nero q.b.
Prezzemolo q.b.
3 uova
50 g di provola o mozzarella
3 albumi
Pangrattato q.b.
500 ml d’olio di semi

Procedimento:
Lavare le patate e porle in una ampia pentola con acqua fredda salata, quando l’acqua arriva ad ebollizione far cuocere le patate per 20/30 minuti, a seconda della grandezza delle patate. Trascorso il tempo, scolare e far raffreddare le patate, e nel frattempo tagliare a strisce la provola o mozzarella. In una ciotola pelare e schiacciare le patate, salare e pepare, aggiungere i formaggi grattugiati, il prezzemolo e le uova, mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Sul palmo della mano bagnato, con l’aiuto di un cucchiaio, formare delle polpette allungate e farcirle con una striscia di provola, dopodiché chiuderle per formare i crocchè. Passare i crocchè prima nell’albume, leggermente montato, poi nel pangrattato e far riposare i crocchè in frigo per 20 minuti circa. Far riscaldare, in una padella, l’olio di semi e friggere i crocchè fino ad ottenere una doratura omogenea. Sollevare i crocchè e sistemarli su carta assorbente. Vi consigliamo di servirli ancora caldi, per far filare la provola all’interno.

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