Giovedì 3 febbraio 2022, Teatro Elicantropo di Napoli: Stagione Teatrale 2021/2022. Il palcoscenico partenopeo alza il sipario sul prosieguo della sua 26° stagione teatrale, dopo l’anteprima dello scorso mese di ottobre

Dopo l’anteprima dello scorso mese di ottobre, il Teatro Elicantropo di Napoli alza il sipario sulla programmazione completa della 26esima stagione teatrale, da febbraio a maggio 2022, nell’ambito del progetto di rilancio e di rinnovamento del teatro La ricerca del tragico ritrovato, in un evidente momento storico di grande fragilità esistenziale.

Il Teatro Elicantropo, nell’intento di riprendere il lavoro e sottolineare il senso profondo del momento che abbiamo attraversato e il riflesso che ha avuto nella nostra vita, affronta il tema del “tragico” in teatro, filo conduttore di un ritorno alle origini che Testori definiva “l’inizio e la fine del teatro stesso”.

La vivacità del “piccolo” palcoscenico partenopeo ritorna con maggiore energia e rinnovato impegno, orientata, come sempre, alla drammaturgia contemporanea, alla formazione e valorizzazione di giovani talenti artistici attraverso il Laboratorio Teatrale e il progetto di Perfezionamento Professionale riconosciuto dal Ministero.

Prosegue, dunque, anche in questa stagione, dedicata a Gerardo D’Andrea e Massimo Staich, l’avviamento alla professione degli allievi più bravi del Laboratorio Teatrale, in collaborazione con due grandi realtà teatrali italiane, la Elledieffe di Luca De Filippo e il Teatro Vascello La Fabbrica dell’Attore di Roma.

“A tal proposito – sottolinea il direttore Carlo Cerciello – abbiamo articolato una stagione in cui siano presenti i segni della tragedia antica, che, come messaggi in bottiglia, arrivino a riaprire le nostre coscienze narcotizzate, e, allontanandoci dall’indifferenza e dal cinismo imperanti, ci indichino la strada di un possibile cambiamento etico, sociale e politico”.

La programmazione, che si avvale della collaborazione e il sostegno del Teatro Pubblico Campano, prenderà il via giovedì 3 febbraio con due giovani e premiate compagnie, a partire da DAF Teatro dell’esatta fantasia con Stay Hungry indagine di un affamato di e con Angelo Campolo (in scena fino a domenica 6). Un racconto potente che nasce dall’esperienza personale e quotidiana dell’incontro e dell’ascolto con l’altro. La compilazione di un ennesimo bando a tema sociale diventa il pretesto per il racconto aperto al pubblico dell’avventura di Angelo, attore e regista, impegnato in un percorso di ricerca teatrale nei centri di accoglienza in riva allo stretto di Messina.

Giovedì 10 febbraio (fino a domenica 13), La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello ed Elledieffe presentano It’s app to you da un’idea di Leonardo Manzan, di e con Andrea Delfino, Paola Giannini, Leonardo Manzan, che ne firma anche la regia. E’ il primo videogioco a Teatro, una realtà virtuale immersiva a 360°, una semplice applicazione da scaricare sul cellulare per muovere e governare il personaggio virtuale.

L’idea dello spettacolo, nata tra i ‘banchi’ dell’Accademia, è quella di mettere in scena un videogioco, un sistema in cui le scelte sono limitate e già prestabilite da algoritmi matematici. Ne deriva un’indagine, non soltanto sul rapporto dell’uomo con la tecnologia, ma soprattutto sul rapporto che l’uomo ha con se stesso di fronte alla tecnologia.

Ancora a febbraio, dal 17 al 20, QA – Quasi Anonima Produzioni e Nutrimenti Terrestri presentano Riccardo III – suite d’un mariage con Michele Carvello, Giulia Messina, regia e drammaturgia Auretta Sterrantino. Lo spettacolo nasce da uno studio volto a indagare i meccanismi di una mente perversa e le dinamiche di azione e reazione espresse e inespresse che s’innescano in un gioco al massacro, spinto da due sentimenti distruttivi: desiderio di potere e sete di vendetta. Sentimenti che confondono vittima e carnefice, quasi fino a sovrapporli nelle pieghe di quest’unione mortale.

A marzo, a cura di Teatro Elicantropo in collaborazione con Elledieffe prenderà il via il dittico Peep Tragedy – il tragico dal buco della serratura, due spettacoli al femminile che gli spettatori, diciotto per sera, spieranno dal “buco della serratura“, realizzati nell’ambito del progetto triennale di Formazione, Perfezionamento Professionale e avviamento al lavoro, dedicato ad allievi ed ex allievi del Laboratorio Teatrale Permanente del Teatro Elicantropo.

Il primo spettacolo, in scena dal 5 marzo al 3 aprile, è Cassandra di Christa Wolf, con Cecilia Lupoli, per la regia di Carlo Cerciello, realizzato con il sostegno del Teatro Pubblico Campano. Cassandra viene dal passato o dal futuro, testimonia il passato perché in futuro non abbiano a ripetersi gli stessi errori, ma forse il futuro è già tra noi, è il nostro presente e gli errori si stanno già ripetendo. Gli occhi non hanno bisogno di guardare per vedere ciò che solo lei vede. Si dirige in un’unica direzione, perché solo una direzione le è concessa, si dirige verso la sua morte. Gli spettatori incuriositi la spiano come la gente di Micene, ignari del fatto che il loro destino è segnato allo stesso modo.

Il secondo spettacolo del dittico, in scena dal 13 aprile al 15 maggio, è FaustIn and Out di Elfriede Jelinek, con Marina Bellucci, Mariachiara Falcone, Michela Galise, Serena Mazzei, regia di Carlo Cerciello. La Jelinek prende in prestito la figura di Margherita, dall’Urfaust di Goethe, per parlare della tragedia realmente accaduta a Elisabeth Fritzl, segregata dal suo stesso padre per ventiquattro anni e costretta a un rapporto incestuoso, che porterà alla nascita di sette figli, nonché della precaria situazione economica delle donne contemporanee.

“Continuando a seguire – aggiunge Cerciello – quel filo invisibile e misterioso, rituale e irrituale, poetico e perciò eretico, quello sguardo oltre ciò che vediamo o che siamo assuefatti a vedere, quello sguardo, come affermava Heiner Muller, dentro le nostre stesse vene, che scorra con il sangue fino alla verità ultima, tentiamo di recuperare il “tragico”, come estrema, inevitabile e indicibile verità della vita. Il tragico che si palesa non solo attraverso le tragedie della esistenza umana, ma anche nel profondo di noi stessi.

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