Curata da Massimo Bignardi e promossa dal Comune di Positano e dall’Associazione Positano Arte e Cultura, la mostra d’arte “Argonaut in Positano” di Vicente Hernandez sarà inaugurata sabato 1 ottobre.
Sabato 1 ottobre, alle ore 18:30 presso la Pinacoteca Comunale, sarà inaugurata la mostra VICENTE HERNÁNDEZ. Argonaut in Positano. L’esposizione promossa dal Comune di Positano e dall’Associazione Positano Arte e Cultura, in collaborazione con il Museo-FRaC Baronissi. Curata da Massimo Bignardi, la mostra propone i dipinti, in gran parte olio su tela, realizzati dall’artista cubano Vicente Hernández in occasione dei soggiorni in Italia e in particolare a Positano, ove nel settembre del 2019, ospite di Enzo Esposito. “I luoghi di Positano, i suoi suggestivi angoli di vita che scivolano nel mare, si vestono di una
nuova luce – osserva Giuseppe Guida sindaco di Positano – ricongiungendo il fantastico immaginario caraibico, con la nostra visione del paesaggio. Le sue sono immagini che aprono ad un nuovo orizzonte, ossia un nuovo modo di proporre il paesaggio di Positano e della Costa d’Amalfi, con accenti propri della contemporaneità”.
“Hernández – scrive Bignardi nel catalogo pubblicato da Gutenberg Editore ora anche in edizioni in
inglese – è un giovane pittore cubano, originario di Batabanó, un ‘pueblo pequeño’ sulla costa meridionale dell’Avana. Un pittore nel vero senso della parola, aperto a linguaggi attuali; una pittura, la sua, che affonda le radici nella cultura artistica caraibica, nell’amalgama di una figurazione sorretta sia da una sorta di realismo – sarei propenso ad accogliere il termine iperrealista, tenendolo, però, a bada dalla pittura statunitense dei primi anni settanta -, reso dalla visione accorta a non tralasciare i dettagli anche i più ingenui della narrazione, che lo sguardo affida alla pittura, sia dal suo cedere ai voli della fantasia, immergendosi nel subconscio facendo spazio al simbolico, mantenendosi in quota con il reale della vita. Certamente la sua pittura non ha alcun retaggio surrealista. Dalle piccole tele del ciclo “instantes”, realizzate tra il 2013 al 2014, nelle quali a dominare è l’assolato, vuoto scenario di città cubane, ai più recenti grandi dipinti, la sua pittura resta fedele al reale. In queste ultime, il fantastico prorompe nell’impianto compositivo, facendo largo a mongolfiere, a palloni areostatici ondeggianti come occhi sospesi su prospettive a volo d’uccello, a città tradotte in miniatura, come nella visione dei simbolisti di
secondo ottocento: penso, per esempio, all’Occhio come pallone bizzarro si dirige verso l’infinito di Odilon Redon. La città è quella dei suoi natali e, con essa, le forme delle vele che segnarono la
rotta verso le “nuove indie” al nostro Colombo. Sarà poi l’immagine dello Zeppelin a prendere il sopravvento: una forma ellittica schiacciata che ruota intorno alla torre di Babele, immaginata da
Breughel il Vecchio, ora spinta verso l’alto fino a perdersi nel cielo.”.
La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre.