Fuori su tutte le piattaforme streaming dal 9 Aprile, Audiocassette è il primo album di Spinelli per tutti, creato e autoprodotto col fine di restituire l’idea di un collage di suoni, motivi, storie che ricalchino i momenti, la vita, le passioni dell’autore.

Se giustamente Lino Spinelli, per via di quella strana abitudine di esser chiamati in giro per cognome, è divenuto Spinelli per tutti, ecco che non posso fare a meno di pensare che colpevole ritardo dovrebbe essere il mio nome d’arte, perché è proprio con colpevole ritardo che finisco a parlarvi di un prodotto davvero meritevole di attenzione da parte vostra.

Ideato e autoprodotto da Spinelli per tutti, Audiocassette è il primo album del giovane artista campano, il quale ha optato per una tracklist ricca e variegata, costruita su generi e sonorità sempre abbastanza diverse ma in cui è facilmente individuabile lo stile specifico dell’autore. L’idea stessa del riferimento alle audiocassette, per stessa ammissione dell’artista, nasce proprio dall’idea di raccogliere suoni diversi e metterli in fila in un elenco totalmente suo, plasmato secondo suo gusto e sentimento, un po’ come accade a ognuno di noi con il sacro momento di creazione di una playlist o, appunto, di una audiocassetta d’epoca, di quelle che si ascoltavano nei lunghi viaggi in macchina, seduti sul sedile posteriore, mentre mamma e papà, seduti ai posti anteriori, blaterano di cose di cui sei troppo giovane per interessarti.

Non c’è solo indie, dunque, nell’orizzonte musicale di Spinelli per tutti. Influenze, sentori, tocchi particolari: una chitarra che qualche volta si fa blues, una ritmica sempre incalzante, musiche che certe volte sfiorano l’ambient, altre volte si fanno pop e penetrano nella testa.

C’è tanto, e quel che c’è funziona. Non si notano quasi mai momenti realmente calanti, ma solo punti in cui il proprio gusto può non corrispondere ai suoni che stiamo ascoltando. Ognuno dei dieci brani – per un totale di mezz’ora circa di ascolto – è variegato e gode di ottime caratteristiche, fondamentali per un album del genere: ogni brano resta incastrato nelle orecchie e non si riesce a non canticchiare qualcosa di quell’LP. Mentre scrivo, mi preme nel cervello il ritornello de L’inferno sono gli altri, mentre fino a cinque minuti fa avevo in loop d’ascolto Tutte le cose. Certo, anche qui si fa questione di gusti personali, con un pezzo che può colpirvi più di quanto non ci sia riuscito un altro brano qualsiasi (e non è un caso che io vi abbia citato i miei due preferiti del mucchio); ciò che conta davvero è che questo effetto, questa sensazione di una musica in grado di incastonarsi nella vostra testa, è qualcosa di reale e denota quanto l’album funzioni e porti a compimento gli obiettivi principali che i generi musicali interessati si portano appresso.

Buoni i testi, anche se – e qui mi lascio andare ad una mia personalissima considerazione – ho trovato le musiche così interessanti e, di fatto, piacevoli, che sono finite per porsi in risalto (solo al primo ascolto, e solo in alcuni brani) rispetto ai pur sempre buoni versi scritti da Lino Spinelli. La scrittura, comunque, si nota essere sentita, ispirata, con testi in cui l’autore crede molto e che tanto dicono di lui; persino Falsonueve, votata più all’ironia e alla sagacia di certi classici dell’indie contemporaneo italiano, riesce a sbottonare qualche bottone in più della propria camicia e a raccontare qualcosa di vero e di percepibile, nel suo insieme di immagini sarcastiche e situazioni “da indie” (esiste altro modo per definirle?).

Chiudendo, ciò che possiamo ribadire è che Audiocassette è un lavoro che si lascia scoprire, pezzo dopo pezzo, con estrema curiosità e tanto entusiasmo, e soprattutto che presta benissimo il fianco a numerosi riascolti nelle più disparate situazioni del quotidiano. Parliamo di un album intrattenente, leggero (ma nella giusta accezione del termine) e per questo parecchio godibile anche nelle future giornate all’aria aperta (si spera).

Un plauso va dunque a Spinelli per tutti, che con questo primo album riesce nella sfida più importante: tenerci sulle spine per tutto ciò che avrà da proporci nel futuro.

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