Il maestoso Palazzo Spinelli di Laurino eretto nel XV secolo, scelto come ambientazione di vari film nel 1900, ora riversa in uno stato di degrado

Il Palazzo Spinelli di Laurino, ubicato lungo il decumano maggiore (via dei Tribunali n. 362 ), è un palazzo monumentale di Napoli eretto nel XV secolo.

A metà del XVIII secolo il palazzo fu restaurato e decorato su commissione di Trojano Spinelli, filosofo, economista e storico italiano.

Subito dopo aver varcato l’atrio si accede ad un magnifico cortile ellittico, un unicuum a Napoli.
Qui sono presenti otto bassorilievi incorniciati in ovali di piperno, opera di Nicola Massari.
Il primo di essi ritrae la nascita di Ercole, il secondo la fucina di un vulcano, il terzo l’ara sacrificale, il quarto la primavera, il quinto un concerto alla presenza degli dei, il sesto la vita all’aperto, il settimo il lavoro agreste ed infine l’ottavo la venere assistita dalle sue ancelle.

In alto è presente un orologio in piastrelle maiolicate sul quale vi è la statua in terracotta dell’Immacolata Concezione accompagnata da dodici statue allegoriche.
Disegnate da Jacopo Cestaro, le statue sono state realizzate nella famosa fabbrica al Granatello di Portici.

Nel secondo atrio si giunge alla scala Ducale a doppia rampa che conduce al piano nobile, sotto la cui balaustra è presente un affresco rappresentante la cultura.

Tra le due rampe è presente un’epigrafe in marmo che recita in latino: “Trojano Spinelli VIIL Duca di Laurino, di Aquara, Signore delle città di Castelluccio in Principato di Plagena superiore ed inferiore, di Funi e San Pietro e Patulio, figlio di Giuseppe VII Duca di Laurino e Regio cubiculare, e cavaliere dell’ordine di San Gennaro.
Ingrandì le abitazioni degli antenati con il denaro avuto in eredità e con suo ingegno la ridusse in nuova forma anno del Signore 1767”.

In fondo all’androne era collocato un giardino con delle bellissime statue, al centro delle quali vi era una maestosa fontana.
Nel ‘900 questo palazzo è stato scelto come ambientazione di tre film girati a Napoli:
Giallo napoletano di Sergio Corbucci (1979), La Pelle di Liliana Cavani (1981), e Maccheroni di Ettore Scola (1985).

Oggi purtroppo il palazzo è in stato di degrado, la facciata è tutta danneggiata così come il bel cortile.


Per concludere, una leggenda antica che, come nella maggior parte dei siti storici di Napoli, narra della presenza di un fantasma.
Si racconta che sullo scalone del palazzo sia stato visto il fantasma di una fanciulla, nota alla tradizione come Bianca.
La giovane sarebbe una damigella di Lorenza Spinelli, quest’ultima era una donna cinica che il marito tradì proprio con Bianca.
Quando donna Lorenza scoprì la liaison amorosa, consegnò la giovane fanciulla alla morte, murandola viva.

La storia narra che Bianca, prima di morire, lanciò una maledizione sulla famiglia che fu così efficace che ancora oggi, quando appare il suo fantasma, la famiglia Spinelli sarà sicuramente vittima una disgrazia.

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