Da sabato 2 febbraio 2019, Il Pozzo e il Pendolo di Napoli in scena La Medea di Portamedina e Vipera
È la città di Napoli, con le sue sonorità, i colori, gli accenti, le sue vette di poesia e i suoi abissi di dolore, il fil rouge che unisce La Medea di Portamedina di Francesco Mastriani e Vipera di Maurizio de Giovanni, due romanzi straordinari per due allestimenti originali, che prenderanno vita, rispettivamente, sabato 2 febbraio 2019 (repliche fino a domenica 17) e sabato 23 marzo 2019 (repliche fino a domenica 14 aprile), per la prima volta messi in scena sul palcoscenico de Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli.
Due storie, datate 1793 la prima e 1932 la seconda, in cui gli autori sono accomunati dalla loro straordinaria capacità di raccontare Napoli, attraverso le loro storie.
Napoli, dunque, non si limita a essere sfondo di due storie seducenti, ma diviene, essa stessa, protagonista della scena, dove la vita e la morte, l’amore e l’odio, legati indissolubilmente, disegnano i chiaroscuri e le eterne contraddizioni della città di Partenope.
La Medea di Portamedina, che debutterà sabato 2 febbraio, in occasione del bicentenario dalla nascita di Francesco Mastriani, vedrà interpreti in scena Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Giuseppe Gavazzi, Peppe Romano, Alfredo Mundo, Paolo Rivera, Rita Ingegno, Martina Grimaldi, Flora Del Prete, Riccardo Maio, per la drammaturgia e la regia di Annamaria Russo.
Siamo al 19 maggio 1793, Coletta Esposito, una giovane popolana di via Portamedina, uccide la figlia di pochi mesi e getta il corpicino esanime sul sagrato della chiesa, dove si stanno celebrando le nozze dell’uomo che aveva promesso di sposare lei e non quella donna vestita di bianco che stringe sottobraccio. La donna, poco più che ventenne, assurge agli onori della cronaca per il suo terribile delitto, che richiama alla tragedia greca. La popolana dal nome oscuro è ribattezzata la Medea di Portamedina, e in quel soprannome la banalità del male acquista un accento epico.
Non esistono risposte per la disperazione che nasce dal sangue e si nutre di sangue, ma esistono solo domande dolorose, strazianti, che restano sospese sulla soglia dell’orrore e della compassione.
La messinscena di Annamaria Russo non tenta di dare risposte. Non esistono risposte per la disperazione che nasce dal sangue e si nutre di sangue, ma esistono solo domande dolorose, strazianti, che restano sospese sulla soglia dell’orrore e della compassione.
Vipera di Maurizio De Giovanni, con Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Paolo Cresta, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Antonello Cossia, Emilio Marchese, Zac Alderman, sarà in scena da sabato 23 marzo, nell’adattamento e la regia di Annamaria Russo.