Terre di Campania presenta una speciale serie di articoli dedicata ai borghi della Campania inseriti nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Dominati da antichi castelli, affacciati su splendide acque marine, impreziositi da paesaggi mozzafiato, custodi di antiche storie e tradizioni, essi rappresentano un patrimonio unico di bellezza e cultura per la nostra regione, offrendo la possibilità di vivere un itinerario indimenticabile tra luoghi che sapranno meravigliare e conquistare.

Monteverde, comune di 700 abitanti all’estremità orientale dell’Irpinia, al confine con la Basilicata, si sviluppa su tre colli, Serro della Croce, Serro dell’Incoronata e Serro del Castello, tra la Valle del fiume Ofanto e la Valle del torrente Osento. Domina dall’alto di uno sperone roccioso ed è un luogo che porta già nel nome i caratteri distintivi dei borghi d’Irpinia: la presenza di montagne e la ricchezza di vegetazione.

Monteverde è un borgo da vivere già mentre si percorre il tragitto necessario a raggiungerlo. Lasciata l’autostrada, subito ci si ritrova a percorrere vie disegnate sul dorso di colline, che in estate diventano dorate per via dei campi coltivati a cereali. L’azzurro del cielo e il dorato dei campi, come in una foto di Franco Fontana.

Giunti al borgo è necessario, nonché meraviglioso, dimenticarsi della macchina e godersi la visita passeggiando a piedi, camminando tra vie lastricate e acciottolate, chiese e portali in pietra. Proprio nei primi giorni del 2019 l’Unione Europea ha considerato Monteverde il “borgo più accessibile d’Italia”, premiandone appunto l’accessibilità ai beni culturali con l’Access City Award 2019. Il borgo dispone infatti di 5km di percorsi studiati per i non vedenti da una prospettiva tattilo-plantare, aperti peraltro ai diversamente abili.

Il centro storico, tutto intorno al Castello, segue la morfologia del territorio e ha conservato l’originario tessuto urbano dei piccoli borghi irpini d’altura, con strette viuzze a gradoni che vanno a raccordare i dislivelli delle cerchie stradali. Passeggiando nei vicoli, inglobata in un’abitazione, è impossibile non fare caso ad una roccia plasmata dal vento a forma di elefante. Le scalinate, gli stretti vicoli, le abitazioni a schiera che su di essi si affacciano, hanno contribuito a dare compattezza al borgo, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Salendo lungo la rocca si arriva al Castello Grimaldi, sulla sommità del colle che, già in epoca sannitica, aveva ospitato strutture difensive. I Longobardi, intorno al IX secolo, costruirono un fortilizio difensivo che, durante il Medioevo, fu dotato di quattro torri angolari, due cilindriche e due quadrate, e di un ponte levatoio. Oggi il castello ospita il Museo “MiGra” Museo Interattivo del Grano e della Donna nella civiltà contadina, un percorso di visita si articola in 9 sale che ripercorrono le varie fasi di produzione del grano. Il Museo è aperto tutti ifine settimana o su prenotazione durante gli altri giorni.

Sovrastata dal castello, la Chiesa di Santa Maria di Nazareth, cattedrale della diocesi di Monteverde fino al 1818, anno in cui questa fu soppressa, si mostra al passante nelle sue forme barocche, dovute al rifacimento del 1728. Il primo impianto risale tuttavia al XIV secolo e l’ultimo restauro, conseguente al terremoto del 1980, ha svelato le strutture romaniche.

Passeggiando nel borgo, lo sguardo è catturato dalla presenza di palazzi ottocenteschi, come Palazzo Pelosi e Palazzo Spirito, appartenuti a proprietari terrieri. I muri in pietra viva, le prospettive che si aprono tra gli stretti passaggi, i colori, il silenzio, tutto contribuisce a rendere piacevole la visita al borgo.  Probabilmente la bellezza di questo luogo risiede anche nel fatto che permette di dimenticarsi totalmente della frenesia della vita moderna e di entrare in una realtà che sembra quasi sospesa nel tempo.

Ma il borgo regala anche meravigliosi scorci naturali: il lago artificiale di San Pietro, noto anche come lago di “Aquilaverde”, è una tappa obbligata durante un soggiorno a Monteverde. Sito d’Importanza Comunitaria (SIC), è caratterizzato da acque di un verde intenso e limpido ed è il posto ideale per gli amanti della pesca sportiva. Nel mese di agosto, ogni anno, il Lago di San Pietro ospita il famoso “Grande Spettacolo dell’Acqua”, un musical che racconta la storia di San Gerardo Maiella, Santo vissuto nell’Alta Irpinia che operò per il bene dei più poveri, i cui proventi sono devoluti in beneficenza.

Cornice alle vie del borgo, come in uno scenario fiabesco, è una rigogliosa foresta, che si estende per 450 ettari fino ad arrivare sul fiume Ofanto. La Foresta Mezzana, conosciuta con questo nome proprio per l’abbondanza dei suoi cespugli, custodisce al suo interno un habitat incontaminato e affascinante: tra gli arbusti autoctoni si aggirano cinghiali, volpi, rapaci e tante specie di avifauna, tra cui anche la rara cicogna nera che, negli ultimi anni, nidifica in zona.

Uno dei punti forti del borgo è indubbiamente la tradizione enogastronomica: insaccati di carne suina, prodotti caseari dell’allevamento bovino allo stato brado, cereali. La focaccia di farina di mais cotta sul fuoco, da consumare al posto del pane o insieme ai bolliti di verdure, la pasta fatta in casa, le carni rosse e quelle bianche, come la testina di agnello, pietanza tipica del periodo pasquale, o le salsicce alla monteverdese, sono il giusto accompagnamento durante una visita al borgo. Il territorio ha un’antica vocazione cerealicola, che di recente ha dato vita ad una produzione di birra artigianale.


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