Chiude in bellezza il Napoli di Ancelotti regalando una grande serata al San Paolo e puntando ad eguagliare i punti del primo anno di Sarri.
Maggior cinismo e partita pressochè perfetta, così il Napoli riduce ai minimi termini un’Inter sulla carta più motivata ma incapace di sfruttare gli spazi offerti dagli azzurri. Ancelotti schiera la formazione titolare tenendo fuori Meret ed Insigne per Karnezis e Mertens, al centro della difesa torna Raul Albiol mentre sulla fascia Ghoulam rileva il posto di Hysaj. Il Napoli costruisce la vittoria a centrocampo dove l’argine Allan è quasi insuperabile e stravince il confronto col mastino avversario Nainngolan nei frequenti incroci, mentre il compagno Zielinski si rivela determinante per il vantaggio dei padroni di casa che si concretizza al quarto d’ora con una cannonata dai trenta metri che non lascia scampo ad Handanovic, appena eletto miglior portiere del campionato. Al riposo sull’1-0 con una evidente supremazia territoriale napoletana la ripresa si apre con il cambio Icardi-Politano con i nerazzurri che si presentano ora con un 3-5-2, cambio che sbilancia l’Inter che si rende più pericolosa ma crea enormi voragini che il Napoli sa sfruttare alla perfezione, ed ancora al quarto d’ora c’è il raddoppio con Dries Mertens che taglia sul filtrante di Callejon tra Miranda e D’Ambrosio infilando da ottima posizione Handanovic di testa.
Di MVP del campionato ce n’è un altro in campo e gioca per gli azzurri, quel Kalidou Koulibaly che domina in lungo e largo e fa tutta la differenza del mondo. Il senegalese dimostra una maturità che l’altro centrale Skriniar ancora non riesce ad esprimere, palesando un senso della posizione come non si vedeva da anni in Serie A e nel mondo riuscendo a chiudere praticamente tutti i traversoni buttati in mezzo dagli esterni interisti e compiendo un assoluto miracolo sul goal già fatto di Lautaro Martinez al 68′ con Karnezis battuto, intervento fondamentale perchè avrebbe potuto riaprire la partita che invece è stata chiusa due minuti dopo. L’altra chiave di volta della serata è la riproposizione di Fabiàn Ruiz da esterno di centrocampo, mossa azzeccatissima di Ancelotti che l’aveva spostato in mediana negli ultimi mesi riducendone drasticamente la resa. Per lo spagnolo fresco di convocazione in nazionale una doppietta da urlo siglata tra il 71′ ed il 78′ che sigla il terzo e quarto goal napoletano, con l’Inter inerme sia sul tap in a porta vuota su assist di Malcuit che sul sinistro potente sul palo di Handanovic assistito da Mertens.
Un 4-0 senza repliche che tramortisce l’Inter che con la forza dell’orgoglio trova un rigore per fallo di Albiol all’80°, segnato da Mauro Icardi con grande freddezza e che potrebbe quasi rientrare in partita se Candreva non decidesse di tirare su Karnezis piuttosto che crossare un minuto dopo. La partita si chiude con l’ingresso di Insigne che cerca di mettere il proprio timbro sulla gara mandando di poco a lato un bel tiro a giro, il marchio della casa. Una partita fatta di episodi che ha visto finalmente un Napoli cinico e dominante, che però ha concesso troppe occasioni ai lombardi salvandosi per la poca concretezza degli avversari come nel caso delle occasioni di Lautaro a tu per tu con Karnezis nel primo tempo, di D’Ambrosio ed ancora Lautaro nel secondo e sempre l’argentino che ha colpito una traversa subito dopo il primo goal di Fabiàn Ruiz. Buone basi per il futuro col Napoli che ora può inseguire l’ultimo obbiettivo stagionale: quota 82 punti per eguagliare la prima stagione azzurra di Maurizio Sarri.