Il regista Giuseppe Carrieri racconta nel film Le Metamorfosi la storia di una ragazzina Rom in una Napoli post-apocalittica attraversata dal mito.
Il film Le Metamorfosi è del regista napoletano Giuseppe Carrieri, classe 1985 e ad oggi professore di regia a Milano. Liberamente ispirato al libro omonimo dell’immortale poeta latino Ovidio, la pellicola è stata presentata in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma.
Napoli post – apocalittica. L’umanità è estinta. Creature diaboliche cercano di afferrare una ragazzina Rom, che nel frattempo ha come meta la “Montagna di Zucchero”, dove potrà riabbracciare il defunto padre. Nel mentre, scappando, la bambina assume varie sembianze. È, dapprima, Mario, un uomo malato di cancro. Poi sarà Cioccolatino, un migrante. Ovidio (Marco D’Amore) è il narratore esterno.
Perché, tra le tante città italiane, il regista ha scelto proprio Napoli? Per Carrieri, Napoli è una città profetica, affascinante, scelta per raccontare la “meraviglia della distruzione”. Ovidio è la voce usata come espediente per narrare di situazioni scomode, delicate, dei “diversi”, cercando un punto in comune tra tutti gli esseri umani. Il film è degli ultimi, di uomini e donne a cui non sembra essere riservata una speranza. Non è un caso che la protagonista sia una bambina, la quale si aggrappa a visioni, a sogni, per evadere dalla realtà. L’ultima speranza è letta negli occhi di una bambina, anch’essa emarginata, che ha perso il padre in un incendio nelle baracche di Cupa Perillo.
Il libro di Ovidio, Le metamorfosi, raccoglie al suo interno una delle storie d’amore più belle: il mito di Orfeo ed Euridice, e non solo: la fuga di Dafne, l’immortalità ricercata da Glauco. Orfeo ha letteralmente attraversato l’Inferno per ricongiungersi alla sua amata. Ed è quello che farà, in parte, anche la piccola protagonista, per riabbracciare il papà. Carrieri ha scelto Napoli per diversi motivi. Anzitutto per le sue origini, per il mito (non a caso è Ovidio il poeta a cui si è ispirato), ma anche per il suo essere “caos scelto”, per il “popolo che sceglie di guardare oltre”. Il neorealismo, Roberto Rossellini, sono d’ispirazione per il regista. Anche la locandina del film è stato dipinto da una ragazza napoletana, Magda Di Fraia. Un film che ha come sfondo Napoli, fatto da un regista napoletano e raccontato dalla voce modulata di Marco D’Amore.