Dopo il ben riuscito singolo d’esordio, “Tra le dita”, Lena A. pubblica il suo secondo lavoro di registrazione da solista, dal titolo “Adesso cera”. Ritmo Pop e penna introspettiva la fanno da padroni, ma c’è molto altro da scoprire in una musica che sa raccontare, e raccontarsi.
Come già capitato ultimamente nei miei più recenti articoli, anche oggi voglio che l’incipit del discorso che porteremo avanti stia nel fare un passo indietro e nel riprendere esattamente da dove ci eravamo lasciati l’ultima volta.
Dicemmo di Lena A., ormai qualche mese addietro, che la sua era una penna matura, capace di superare brillantemente la fatidica prova del lancio d’esordio, che in molti casi è caratterizzato – più che da effettivi errori – da diverse ingenuità di sorta (specie concernenti proprio il fronte lirico). Parlammo anche di una voce “davvero gradevole” e in grado di rendere giustizia all’interessante testo, seppur non si spingesse “mai in virtuosismi di sorta o in movimenti più ariosi” (tanto per citarmi e, come poi osserverete, per sbugiardarmi). Concludemmo sottolineando che quello di Lena A. era un Pop ben ragionato, che faceva da sfondo ad un lavoro ben più profondo di quanto il ritmo scanzonato (e adatto ad un ascolto rilassato) non suggerisse.
Ebbene, oggi, parlando di Adesso cera, secondo brano ufficiale di una Lena A. solista, cosa abbiamo da aggiungere? Scopriamolo, punto per punto.
Anzitutto, lì dove abbiamo parlato di una <<penna matura>>, aggiungerei con piacere che, proprio grazie ad Adesso cera, si è resa evidente una capacità espressiva che va ben oltre la maturità delle immagini già adoperate nel precedente brano d’esordio, ma che anzi culmina in una potenza comunicativa che dà il suo meglio nel raccontare il proprio mondo introspettivo, la propria realtà e il proprio sguardo, intimo, su di sé e sul mondo.
Tramite Adesso cera, Lena A. racconta Alessandra Nazzaro, e lo fa con una voce che confermo essere ben più che gradevole nonché carismatica, singolare, a tratti dura, quasi da rocker (difatti, azzarderei a dire che sarebbe davvero interessante scoprire come se la cavi la giovane artista campana in un brano dalle tinte un po’ più Rock, o magari anche Blues, specie dopo la prima virata di genere e stile che abbiamo avuto modo di osservare in Rivergirl, con Valerio Bruner). Una voce – e qui arriviamo al punto in cui, come preannunciavo, vado a sbugiardarmi – che ‘stavolta gioca maggiormente, se non altro più di quanto non si sia visto in Tra le dita, lasciando intendere quali possano essere le sue concrete potenzialità. Certo, non gioca sull’estensione, ma modula molto di più e lo fa bene, ai momenti giusti del brano (che, per inciso, non supera i tre minuti e mezzo, qualora foste proprio curiosi a riguardo).
E per quanto riguarda la vena Pop? Quella resta invariata, complice anche l’affiancamento (già visto per la composizione di Tra le dita) a Giovanni Carnazza come produttore, che ha nuovamente steso un tappeto musicale piacevolmente ritmato e dallo spiccato sapore elettronico. Per questo aspetto, dunque, non c’è altro se non la riconferma della buona riuscita della combo Nazzaro-Carnazza, cui si somma (ed è importante specificarlo) il lavoro compiuto sul basso da Marco Lembo. Il risultato di queste collaborazioni è, nuovamente, un brano da ascoltare nei momenti leggeri, rilassati, spensierati, da soli o in compagnia (questo non fa davvero differenza).
A concludere, sottolineo dunque ciò che ormai sarà parso evidente anche a voi lettori: Tra le dita e Adesso cera sono fortemente interconnessi, due lati della stessa artista che si esprime con un sound che getta le medesime radici (ed il medesimo genere) per entrambi i brani, salvo poi vederli crescere e declinarsi in maniera ben distinguibile (in particolar modo sul fronte lirico, dove maggiormente riescono a differenziarsi nettamente). Alessandra Nazzaro ha quindi stabilmente determinato il proprio tocco, il proprio stile, il proprio modus operandi, e ci è riuscita grazie a due lavori di buona qualità. Non ci resta che goderceli, e aspettare, con pazienza, altre possibili declinazioni della musica di Lena A.