Non abbiamo un pianeta B, e Napoli questo lo sa. Napoli è una delle città che si è unita allo Sciopero mondiale per il futuro, lanciato grazie alla sedicenne Greta Thunberg.

Il 15 marzo è una giornata fondamentale. L’anno scorso una ragazzina svedese, coraggiosa, di nome Greta Thunberg ha scosso le coscienze. Sono più di 50 anni ormai che si parla di cambiamenti climatici, ma perché un’adolescente ha reso possibile lo sciopero del 15 marzo, proclamato già l’anno scorso? Forse ciò accade perché Greta è una ragazzina, perché Greta ha già una coscienza matura abbastanza da rivolgersi sapientemente ai politici, e a coinvolgere i suoi coetanei. Perché è indubbia la potenza mediatica che uno sguardo innocente ha, rispetto ai concetti spesso complicati, e giusti, degli scienziati. Certo è che è la generazione di Greta, e quelle a venire, ad essere la più soggetta alle problematiche dei cambiamenti della Terra.

Città di tutto il mondo si sono unite oggi, per protestare pacificamente e per ottenere un cambiamento, non climatico, ma politico. Le tecnologie più avanzate ed ecologiche non sono chimere, esistono già da un po’. Manca la consapevolezza che attuarle è necessario. Tra le città che hanno abbracciato il messaggio di Greta, vi è anche Napoli. Migliaia di studenti, liceali ed universitari, di bambini, di scuole, hanno preso parte al lungo corteo. Il corteo ha toccato i punti nevralgici della città. Alle 9 si partiva da piazza Garibaldi, giungendo a piazza del Plebiscito, al Corso Umberto, al Maschio Angioino. Il corteo si è fermato urlando a pieni polmoni soprattutto dinanzi la sede della università di Napoli Federico II, quindi proprio a Corso Umberto.

Centinaia gli striscioni, le facce colorate con strisce verdi, simbolo della Terra. Il corteo partenopeo è gestito, assieme a quelli delle altre città italiane, dal movimento #Fridaysforfuture#. Oggi, tra l’altro, è stato convocato il consiglio comunale. Si è discusso di diversi argomenti, come i disturbi alimentari, come i debiti. Ma non del clima. Nella giornata internazionale dello “Sciopero mondiale per il futuro”, purtroppo le istituzioni sonnecchiano chiudendo occhi ed orecchie riguardo la spinosissima questione ambientale.

C’è chi urla al fatalismo, chi è indifferente, ma c’è anche chi si informa, chi crede agli scienziati. Il cambiamento climatico è un dato di fatto. L’assunzione di coscienza cittadina e poi nazionale è un ottimo presupposto per poter cambiare davvero le cose. Ma la coscienza deve espandersi a macchia d’olio. Napoli ha dato un bell’esempio di coesione e responsabilità oggi, e la stessa Italia risponde bene agli avvisi pro ambiente. Tuttavia, sono ancora i civili non facenti parte delle istituzioni a trattare dell’argomento. Però Napoli c’è, e tu?

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