Skype call con Erion Veliaj, giovanissimo sindaco di Tirana: abbiamo l’Italia nel cuore. L’invio dei nostri trenta medici è un segnale di riconoscenza per la vostra ospitalità ed accoglienza. È così che nasce la nuova Europa. Il direttore: in piazza Scanderbeg terremo un evento bellissimo per festeggiare i nostri cinquant’anni.

 

«Giffoni ha un grande merito, quello di creare ponti, ponti nuovi tra le persone e le Nazioni. La nuova Europa si costruirà proprio su questi ponti. Giffoni forma classe dirigente e quando i Giffoners saranno leader ciascuno nel proprio settore, allora non dimenticheranno questi ponti». Sono le parole di Erion Veliaj, giovanissimo sindaco di Tirana, in Skype call con il direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, per un talk che si inserisce nella campagna #GiffoniaUnMetroDaTe. Ed un ponte solidissimo è quello che proprio in questi giorni unisce l’Italia e l’Albania con l’arrivo dei trenta medici albanesi a sostegno dell’emergenza Coronavirus italiana e le parole accorate del premier Edi Rama che resteranno tra i segnali più potenti di solidarietà di questa pandemia. Il talk, messo in rete su tutti i canali di Giffoni, ha visto dopo soli pochi minuti migliaia di visualizzazioni.

Erion Veliaj è un volto noto di Giffoni dove è stato molto apprezzato per il suo dinamismo. E l’Albania è nel cuore di Giffoni: nel lontano 1985 è stata presentata al mondo proprio da Giffoni la prima rassegna di cinema albanese per dare una vetrina internazionale alla creatività e alla cultura cinematografica di questo Paese.

«In questi giorni- ha dichiarato Claudio Gubitosi – L’Albania ci ha dato una bellissima lezione di civiltà e di umanità. Quanto tutto questo sarà finito, terremo a Tirana una delle tappe più importanti del nostro tour #Giffoni50. L’ho già comunicato al ministro degli Esteri, Di Maio. Lo faremo nella bellissima piazza Scanderbeg con il coinvolgimento delle università e delle scuole. Sarà un evento bellissimo. E proprio perché tra noi e l’Albania c’è un ponte che ci unisce, l’Albania sarà a Giffoni. Inviteremo il premier Edi Rama e sarà anche l’occasione per presentare una mostra d’arte con le sue opere. Rama è un apprezzatissimo artista che vogliamo conoscere ancora di più».

Gli fa eco il sindaco Veliaj: «Sono consapevole – ha detto in collegamento Skype con Giffoni – che il nostro è un Paese dalle possibilità limitate ma credo che non esista altro Paese con un’italofilia come il nostro. Ricordo molto bene la caduta del Comunismo in Albania e quelle navi grandi come montagne che solcavano le acque di Puglia. Non possiamo dimenticare l’accoglienza e l’ospitalità che abbiamo ricevuto dall’Italia. In questa guerra che stiamo vivendo contro il virus la decisione di inviare trenta medici è stato voler dare un’evidenza pubblica a questo sentimento che nutriamo. Tutti gli albanesi ne sono molto fieri. E’ un po’ come la parabola dell’obolo della povera vedova: abbiamo fatto il massimo di quello che è nelle nostre possibilità. Quando vedo che Paesi grandissimi non fanno praticamente nulla e Nazioni modeste fanno tutto quello che possono mi ricorda proprio questa storia della Bibbia. Abbiamo questo rapporto con l’Italia: quello che abbiamo non lo risparmiamo in nome di questa amicizia».

Cosa ci resterà di questa vicenda mondiale? Per Erion Veliaj resteranno gli slanci creativi che questa fase sta sollecitando: «Quella che stiamo vivendo – ha spiegato – è una crisi ma può essere anche una grande opportunità. Registro una straordinaria crescita di creatività online. Dopo questa guerra vedremo opere fantastiche suggerite proprio da questa fase così complicata. Il consiglio che mi sento di dare è di usare questa opportunità perché la creatività possa trovare libero sfogo perché questa pandemia entrerà nei libri di storia e la potremo ricordare proprio per questo, come opportunità creativa. E poi come grande momento di solidarietà che vede coinvolto tutta la popolazione. Dobbiamo aiutare soprattutto i nostri nonni. Per i giovani è una grande occasione di diventare protagonisti di questa guerra che insieme stiamo affrontando».

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