Sabato 8 gennaio 2021 al Teatro Nuovo Napoli, Ridire – Parole a fare male di Luca Persico. Tre ritmi, tre strumenti, tre linguaggi, un’unica voce, in un viaggio all’insegna delle radici della musica hip-hop con ‘O Zulù, frontman dello storico gruppo dei 99 Posse
Il Teatro Nuovo di Napoli inaugurerà la programmazione del 2022 in musica, tra hip hop e le sue radici più profonde, sabato 8 gennaio alle ore 21.00 (in replica domenica 9), con Luca Persico (‘O Zulù) in Ridire – Parole a fare male, per la regia di Pino Carbone non nuovo al tema delle riscritture. Infatti, Antonio Latella ha voluto dedicargli una piccola personale nella Biennale da lui diretta, nel 2019, a tema ‘drammaturgie’.
Frontman e cuore pulsante della storica band partenopea dei 99 Posse, che ha recentemente toccato il traguardo dei trent’anni di vita, ‘O Zulù, condurrà un viaggio intorno alla sua biografia artistica, politica e umana, in una dimensione immaginata e realizzata insieme al regista, che firma anche lo spazio scenico.
Ad affiancarlo in scena il violinista Edo Notarloberti, che percorre e reinterpreta i paesaggi sonori dell’intera storia. Un dialogo a tutti gli effetti al quale si aggiunge, con voce rotta e presenza infantile, l’attrice Francesca De Nicolais che infrange la frontalità e porta la narrazione nello spazio scenico in via di allestimento, sotto gli occhi del pubblico.
Ridire è uno spettacolo-concerto, una performance con contrappunti di vita, di storia e le canzoni realizzate con i 99 Posse presentate in una forma nuova, prodotto da Musica Posse di Diego Magnetta & C in collaborazione con Progetto Nichel.
“È qualcosa – per citare le parole del regista – che prende vita da una dimensione personale e che assume una dimensione collettiva, in ogni affondo e in ogni sospensione, in ogni battuta e in ogni pausa. Ridire nasce dall’esigenza della parola a diventare musica e poi tornare a essere parola. Nasce da un percorso e da un’esperienza maturata nel corso di decenni, dalla consapevolezza che gli artisti siano strumenti e voci per leggere la società e viceversa, quanto la società abbia bisogno di artisti come chiavi di lettura”.
L’allestimento ripercorre gli anni dal 1991 al 2021, trent’anni di visioni, di lotte, d’inquietudini. Tre decenni di cambiamenti politici e sociali raccontati attraverso mutamenti artistici e personali.
La storia è quella di un artista, ‘O Zulù appunto, frontman dei 99 Posse, in cui la sua scrittura, la sua voce e il suo corpo diventano, in scena, un racconto universale, generazionale, sociale e politico.
Ridire è un viaggio tra le emozioni e i mutamenti, un racconto che si ‘srotola’ nella scrittura, come una strada lunga trent’anni. Parole, versi, questioni e motivazioni vanno a comporre una grande opera incompiuta, delineando il ritratto di un personaggio, la sua formazione, le sue battaglie. E’ la memoria delle parole che raccontano una vita.