Il 15 marzo 2019 sarà disponibile in tutti gli store “Sedicinoni”, il nuovo disco di Antonio Manco. Una narrazione dalle sonorità fresche e limpide che abbiamo ascoltato in anteprima per voi.
La proporzione 16:9 è quella tipicamente usata nel cinema, nella televisione e nella fotografia per le immagini ad alta definizione. E non è un caso che il titolo del nuovo disco di Antonio Manco sia proprio “Sedicinoni”: ogni suo brano infatti è come una fotografia, impressione di panorami e momenti su un fitto tappeto di armonie spensierate e fresche. Realizzato per l’etichetta Apogeo Records, l’album sarà disponibile il 15 marzo 2019 in tutti gli store.
Anime strette apre il disco con un ritmo energico: la voce, grintosa e vivace, qui la fa da padrona, lasciandosi trasportare dalla musica come un marinaio che bascula sulla superficie del mare. In Un altro weekend invece si adagia su sonorità country-folk, dove chitarre frizzanti ci guidano ad alta velocità su strade sterrate. Libertà.
Un hammond vibrante immerge l’ascoltatore in uno scenario molto diverso rispetto ai precedenti. La voce si riscalda e ci regala un blues avvolgente: Alibi in vetro candidata come traccia più interessante del disco. Poi si passa a Resilienza, dai toni più raccolti, senza però abbandonare la ritmica incalzante che caratterizza la musica di Manco. E su questa scia cammina anche Tutti i posti che non abbiamo visto, dove armonica e hammond donano spessore all’intero accompagnamento musicale. Ritorna poi l’atmosfera “on the road” di “Un altro weekend” con Foto panoramica, introdotta da un intreccio di rhodes, synth ed effetti sonori interessante.
Segue Necessità infernale, con sonorità leggermente più crude date da un basso più consistente, che però nel complesso sono simili alle precedenti. Successivamente un pianoforte elettrico sognante introduce Satelliti, porta l’ascoltatore per un attimo nello spazio, per poi atterrare sulla Terra e riprendere il sentiero sonoro che si stava percorrendo prima. Buoni propositi invece segna un cambio di rotta. Basso, chitarre e percussioni corposi, voce graffiante, melodie frenetiche: immagini di una vita ingorda e irrefrenabile, ma soprattutto strabordante di contraddizioni. Un assolo forse troppo breve di chitarra resofonica contribuisce a rendere questo pezzo uno dei più interessanti del disco. E infine Febbraio, un brano più dolce dei precedenti, guidato da un arrangiamento musicale semplice ma non banale, in cui emergono ocean drum, lap steel e percussioni. Un brano immerso nell’attualità, a cui Manco guarda con leggera delusione, sotto il peso delle distanze.
Al termine dell’ascolto di “Sedicinoni” ci si sente soddisfatti. La voce grintosa di Manco è accompagnata da arrangiamenti musicali interessanti, e l’entrata di un gran numero di strumenti diversi aiuta a creare atmosfere suggestive. Nella parte centrale del disco ci si perde in una sorta di monotonia sonora, i pezzi più energici e interessanti sono quasi tutti nelle prime posizioni della tracklist. Però sul finale questa monotonia si affievolisce, rendendo piacevole la conclusione dell’ascolto.
In sintesi: quello di Antonio Manco è di certo un buon lavoro, le sensazioni provate sono maggiormente quelle di libertà e spensieratezza. Un disco da godere magari in macchina, con la giusta compagnia di amici e il vento sul viso.