Per la chiusura del tour JAMES SENESE NAPOLI CENTRALE torna a suonare a Napoli il 25 ottobre, presso il Teatro Acacia (in via Raffaele Tarantino, 10) nell’ambito della rassegna “SYNTH – Jazzin’ Zone”.
Ha festeggiato i propri cinquant’anni di carriera sui palchi di tutta Italia, regalandosi e regalando al suo pubblico un doppio album antologico dal vivo, “Aspettanno ‘O Tiempo”.
I concerti del suo ultimo tour, che nell’ultimo anno ha registrato moltissimi sold-out, sono presi d’assalto da un pubblico che unisce padri e figli in un rito che trascende il semplice concerto. JAMES SENESE NAPOLI CENTRALE va visto dal vivo, con i suoi settantaquattro anni che sul palco diventano venti, e la sua musica, una dirompente miscela di “negritudine” che unisce stilemi jazz, funk, Africa, con la radice musicale partenopea.
Afferma James Senese: “Avevo bisogno di tornare alla fonte del sound e del feeling dei Napoli Centrale degli esordi, quando decidemmo di creare una band che in Italia non esisteva e che proponesse tutta la musica che amavamo, molta della quale proveniente dagli Stati Uniti, e che si ispirava alle rivoluzioni stilistiche e culturali di Miles Davis e John Coltrane. In questo tour do veramente tutto me stesso, la mia musica, la mia anima, a chi mi segue dall’inizio o mi ha scoperto da poco. La musica è il mezzo più efficace per compiere incredibili rivoluzioni”.
JAMES SENESE NAPOLI CENTRALE
VENERDI’ 25 OTTOBRE 2019
NAPOLI – TEATRO ACACIA
Via Raffaele Tarantino, 10
Ore 21,00
BIGLIETTI:
Platea I settore :€ 25.00+2.50 d.p.
Platea II settore :€ 20.00+2.00 d.p.
Galleria :€ 20.00+2.00 d.p.
JAMES SENESE – Cenni di vita, di musica
“È molto difficile parlare di se stessi, nonostante la mia musica da molti anni dica chi sono, meglio di tante parole. Ciononostante voglio farlo con questo breve scritto.
Sono arrivato all’età di 73 anni felice di questo traguardo. Il tempo è una cosa che assume significato col passare degli anni; da giovane ci fai poco caso, non te ne curi. Ma poi quando comincia a correre cerchi di fissarlo, di rallentarlo. Io lo faccio armato di sax e sentimento.
Sono nato nel 1945, anno della fine della guerra, da padre americano e madre napoletana. Sin da piccolo ho sempre cercato di contrastare quello che ritenevo ingiusto, primo fra tutti il pregiudizio. Sicuramente il colore della mia pelle ha contribuito a sviluppare questo sentimento. Immaginatevi come poteva sentirsi nel 1960 un ragazzo di 15 anni napoletano guardandosi allo specchio, vedendosi diverso dai miei coetanei, e da quello che la società del dopoguerra imponeva. Insomma, ho avuto la mia parte di complessi da superare, cercando di sentirmi uguale agli altri che spesso non mancavano di far notare la mia “diversità”.
Poi un giorno ho scoperto lo strumento che ha cambiato per sempre la mia vita, il sassofono.
Lì ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente. Ho capito che potevo liberarmi di tutti i problemi, che potevo scacciare i timori che attanagliavano la mia anima. Sono di famiglia modesta, per non dire povera. Suonando decisi che avrei voluto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta; ma avrei anche voluto parlare di amore e rispetto per le persone.
Non mi è mai interessato il denaro. Ho rinunciato a contratti importanti che mi avrebbero però fatto tradire quello in cui credevo, e credo ancora; la coerenza e l’onestà artistica.
Credo di essere diventato un buon musicista e un buon compositore, con sentimenti forti, lasciando da parte gli egoismi e i personalismi; ringraziando invece per quello che in 40 anni di musica ho ottenuto.
Di questo devo dire grazie a Dio, alla mia famiglia, che mi hanno dato la forza e i giusti valori. Credo che soltanto il rispetto e l’accoglienza dell'”altro”, del diverso, possa contribuire alla pacificazione delle persone, e ci dia quella parte di felicità necessaria per amare il prossimo.” JS