La riscoperta di una bellezza da tutelare, di una natura che vuol tornare ad essere incontaminata e splendente


Il dialogo tra passato e futuro è fondamentale per comprendere e vivere pienamente la complessità del presente, riscoprendo e conservando nel tempo la nostra dignità di esseri umani. Basato sulla cultura, tale dialogo si concretizza nel rapporto costante con la Bellezza e con la ricchezza del passato, nell’ascolto di quelle pietre ed oggetti del passato che ci raccontano la nostra Storia, e nella lettura delle “profetiche” pagine del libro della Natura che ci rivela il progetto del futuro, ciò che anche (e soprattutto) per mezzo delle nostre libere scelte di oggi, saremo domani.

Un rapporto, quello con la Bellezza e la ricchezza del passato, consacrato dal nostro testo costituzionale:

 

Articolo 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 3334].

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

 

L’articolo 9 del nostro testo costituzionale è un trittico fra cultura e ricerca, ambiente e paesaggio, e patrimonio storico e artistico, tre fattori di fondamentale importanza: un livello di cultura dignitoso, un ambiente di vita dignitoso, un’identità dignitosa basata anche sulla consapevolezza del passato comune costituiscono la conditio sine qua non affinché l’uomo possa percorrere la strada verso la dignità.

Nel controverso clima dell’individualismo, del consumismo e della globalizzazione, in uno scenario di generale svalutazione delle coordinate di spazio e tempo, fondamentali per la nostra identità, risulta quanto mai doveroso riscoprire il valore della cultura, della ricerca, della tutela dei beni culturali e paesaggistici, per progettare un futuro per l’umanità ed uno sviluppo sostenibile in esso.

Solo attraverso il costante richiamo al nostro passato è possibile garantire la sopravvivenza ed il futuro della nostra identità, solo attraverso questo dialogo con la nostra Bellezza e la nostra Storia (incarnate nel nostro inestimabile patrimonio), vissuto all’insegna del rispetto e della tutela, è possibile riacquistare il dominio di sé e del mondo.

Campania Bellezza del Creato mira alla valorizzazione e alla diffusione della multiforme Bellezza del nostro territorio, concretizzantesi nelle forme naturali e nelle creazioni d’uomo. Grande osservatorio d’arte, natura e cultura, ospitato all’interno del Santuario della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, Campania Bellezza del Creato rivela l’importanza della conoscenza come presupposto d’ogni effettiva misura di tutela verso il nostro patrimonio e la nostra identità; e traccia itinerari di conoscenza assai profonda e personale, secondo modalità creative ed originali, come nel caso di Terra d’Acque: conoscere per custodire.

Terra d’Acque è un contemporaneo andare a caccia d’acqua e di bellezza, un’ambiziosa progettualità di cui l’acqua è mezzo e fine. Fitta rete che connette il bello della nostra regione, guida cangiante e polifonica attraverso spettacoli naturali e opere d’uomo, di questa bellezza l’acqua si rivela attiva costruttrice e parte integrante, plasmando nel suo eterno fluire il volto della nostra regione e fondendosi mirabilmente con le altre componenti del territorio; e attraverso la festa di colori e forme racchiusa entro il perimetro di una fotografia o di una sagoma lignea a forma di goccia, Terra d’Acque mette in luce quanto l’acqua sia fondamento di esistenze ed esperienze, quante valenze, quanti significati, quanta meraviglia si nasconde nella perfezione d’una goccia di rugiada o nell’increspatura spumeggiante di una cresta d’onda. Ne segue un preciso invito alla tutela del nostro patrimonio idrico, concepibile nell’unico disegno di sostenibilità ambientale e umana definito dalla Carta europea dell’acqua del 1968, e da altri accordi e dichiarazioni susseguitisi nel corso degli ultimi decenni.

 

Sabatino Fatigati

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