Nell’ambito della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, per “La notte dei Barbuti” mercoledì 7 agosto alle 21.30 nella chiesetta di Sant’Apollonia, in via San Benedetto, nel centro storico di Salerno, va in scena “Orfeo – variazioni sul mito”
Orfeo, il mitico cantore della Tracia. Una favola che ha avuto molte voci nella poesia, nella musica e nell’arte di tutti i tempi. Una favola che narra la vicenda di una resurrezione impossibile e che si nutre di assenza e di lontananza, di dolore e di morte. Scendere e risalire dall’Ade è l’esperienza estrema, è il privilegio dei grandi eroi. Musica, poesia perdita, discesa agli inferi, disfatta e morte violenta. E poi Euridice, la sua sposa. L’amore. Poche favole hanno in sé tematiche cosi numerose e affascinanti. È nella letteratura e nella poesia che il mito di Orfeo ha trovato la sua fonte di immortalità. Malinconico è quel percorso di “ricomposizione dell’infranto”. Orfeo, mito ancestrale, sfida gli abissi, va alla morte e poi ritorna. È una figura sospesa tra due mondi, il testimone dei passaggi, come questa interpretazione teatrale.Un viaggio tra versi e prose di autori contemporanei che lo hanno ritratto. Lo slancio ascensionale degli artisti, la ricerca dell’assoluto, muove sempre verso la liberazione di qualcosa che si era smarrito. Risolve il proprio passato per poterlo raccontare, celebrarne il ricordo. Orfeo incarna così il mito stesso dell’arte, l’anima soffio di un passato che solo la voce può sublimare. E il suono di una cetra.