Un ambiziosissimo progetto come “Concerto Grosso ” presentato dai New Trolls con l’Orchesta d’Archi Tartini di Latina ai “Senzatempo” di Avellino
Sabato 16 novembre si è realizzato uno dei più bei concerti organizzati dall’ Associazione Senzatempo di Avellino nonchè un evento di grandissima importanza sia a livello musicale che nella complessità organizzativa visto che non è facile ospitare una formazione, anche se in numero ridotto, come l’Orchestra d’Archi Tartini di Latina diretta dal Maestro Antonio Cipriani che ha accompagnato un gruppo di importanza internazionale come i New Trolls, ospitati, nell’ambito della Rassegna “Am’Arcord” che per questo anno ha come obiettivo il confrontarsi su quanto la musica del passato sia ancora attuale e abbia ancora da raccontare e insegnare alle giovani generazioni. Obiettivo del tutto raggiunto con il concerto di sabato sera in quanto lo spirito di tale concerto era quello di rendere omaggio alla storia di un grande compositore Louis Bacalov e uno dei gruppi più importanti della storia musicale italiana come i New Trolls con l’interpretazione di “Concerto Grosso” scritto appunto da Bacalov per la band italiana, seguito poi dai più grandi successi della carriera straordinaria dei New Trolls.
La prima formazione del gruppo, nota semplicemente con il nome di Trolls, nacque a Genova nel 1966 da un’idea di Pino Scarpettini (tastiera) e Vittorio De Scalzi (voce e chitarra). Da tale formazione ne sono succedute tantissime altre, come ricordato dalla stesso De Scalzi durante il concerto (“Questa band ha avuto alterne fortune e tantissime formazioni in quanto è stato uno dei gruppi più litigiosi d’Italia”) ma i New Trolls sono stati uno dei gruppi musicali del rock progressivo italiano più conosciuto e acclamato dal pubblico che lo ha sempre seguito con grande interesse. Tanti i loro successi a partire dalla fine degli anni ’60 con diverse partecipazioni a tantissime manifestazioni e festival italiani come “Un disco per l’estate” e nelle varie edizioni del Festival di Sanremo (sette, come ha ricordato lo stesso De Scalzi, aggiungendo , senza alcuna fortuna, in quanto non siamo riusciti mai a farci apprezzare e a salire sul podio di tale manifestazione ) , tanti gli album prodotti compreso il primo concept album della storia della discografia italiana dal titolo “Senza orario senza bandiera” con testi di Fabrizio De André. Nel 1971 fu un momento di svolta importante per il gruppo che incise quello che molti critici considerano il loro capolavoro “Concerto grosso per i New Trolls”. Il lato A dell’album è un’opera originale scritta dal musicista Luis Bacalov. Il titolo fa riferimento al concerto grosso, una forma musicale propria della musica barocca. Nella seconda facciata dell’album i New Trolls proposero anche l’incisione di un’improvvisazione musicale. Il risultato fu un disco di grande successo, con oltre 800.000 copie vendute. L’album era caratterizzato da sonorità progressive che uniscono elementi di musica classica a passaggi che ricordano le grandi band del progressive britannico dell’epoca.
Da allora, nonostante i cambi di formazione e le diverse collaborazioni che hanno portato d oggi ad una band che dei componenti storici dei New Trolls ha all’attivo solo Vittorio De Scalzi che è accompagnato sul palco dell’Hotel de La Ville di Avellino da giovanissimi ma straordinari musicisti come Roberto Tiranti (voce e basso) Andrea Maddalone (voce e chitarra) e Lorenzo Ottonello (batteria) che non hanno fatto rimpiangere assolutamente le voci e il talento dei musicisti storici della band come Gianni Belleno e Nico di Palo.
Il concerto di sabato sera è iniziato proprio con l’esecuzione del primo grande successo della band “Visioni” con il quale parteciparono al “Disco per l’estate” nel 1968 seguito da quello che fu un loro successo l’anno successivo “Una miniera” scritto dallo stesso De Scalzi, che ricorda come tale brano, nonostate sia stato scritto 50 anni fa sia ancora, purtroppo, ancora molto attuale visto il tema difficile che affronta.
Vittorio De Scalzi è un’autentica leggenda della storia musicale italiana e lo dimostra non solo con il talento inesauribile che ha con i due strumenti che suona sul palco (tastiera e flauto traverso) ma anche con un’inarrestabile voglia di raccontare la storia del suo amatissimo gruppo e delle canzoni che li hanno portato in giro per tutta l’Italia e per tutto il mondo. Ad ogni brano si sofferma a raccontarne la storia e gli aneddoti che riguardano la canzone o il momento storico che la band viveva in quegli anni o le varie collaborazioni che ne fanno fatto dei grandissimi successi come quando racconta la storia del concept album “Senza orario senza bandiera” che vanta testi nati dalla collaborazione tra Fabrizio de André e il poeta genovese Riccardo Mannerini, ricordato dall’interpretazione della canzone “Signore io sono Irish” originato proprio da una poesia di Mannerini.
Dopo il primo scioglimento nel 1973, i New Trolls ritornano sulla scena musicale italiana nel 1976 e lo fecero con un progetto quanto ambizioso tanto straordinario come “Concerto grosso”. E l’emozione in sala arriva alle stelle con l’esecuzione perfetta del Maestro Antonio Cipriani e la sua Orchestra d’Archi che ha accompagnato i New Trolls nei brani del primo, secondo e terzo movimento del “Concerto Grosso” che ha letteralmente conquistato il pubblico numerosissimo in sala, con sonorità che uniscono la musica barocca con i toni progressive-rock della band, un lavoro ambizioso ma di una bellezza musicale che lascia senza fiato e che ancora oggi viene considerato come uno dei progetti di rock italiano più importanti di sempre.
Lasciati i temi dell’omaggio a Bacalov, i New Trolls tornano alle loro canzoni di sempre come la versione italiana di “Leti t be me” di Gilbert Becaud, “Faccia di cane” scritto da Fabrizio de Andrè e Roberto Ferri e che vinse il Premio della Critica al Festival di Sanremo nel 1985 ma che per la SIAE fu firmato solo da Ferri in quanto lo stesso Fabrizio si rifiutò di firmare una canzone per Sanremo, “Che Idea”, la famosissima “Aldelbaran” concludendo il concerto con una dolcissima interpretazione di “Quella carezza della sera” in un arrangiamento molto più lento e dolce, perché come ha detto lo stesso De Scalzi “gli anni passano e allora è giusto dare una veste diversa alle canzoni “ ma che restituisce al brano tutta la carica romantica che lo contraddistingue e che ha sempre espresso questa canzone che li ha portati ad un successo a livello internazionale.
Prossimo appuntamento per la rassegna “Am’Amarcord” sarà il 18 gennaio con il concerto di Bungaro e Ornella Vanoni.